La minaccia di un intervento militare da parte dell’Amministrazione statunitense, in particolare sotto la guida di Donald Trump, per indurre un cambio di regime in Venezuela rappresenta un punto di massima tensione nella geopolitica dell’emisfero occidentale. Gli obiettivi strategici di Washington in Venezuela sono multipli e profondamente legati a interessi economici e geopolitici.
Il Venezuela possiede le più grandi riserve di petrolio al mondo e significative riserve auree, registrate a 161.22 tonnellate nel 2024. La volontà di un cambio di regime è strettamente connessa alla possibilità di reintrodurre queste immense risorse nel mercato globale sotto condizioni favorevoli agli interessi statunitensi.
Le rinnovate dichiarazioni di Washington, che seguono le contestate elezioni presidenziali del 2024 , hanno esplicitato l’intenzione di perseguire obiettivi massimalisti, non limitandosi a pressioni diplomatiche o sanzioni.
Questa pressione si è manifestata attraverso minacce esplicite di operazioni via terra o attacchi mirati, un palese dispiegamento navale nei Caraibi , e l’autorizzazione di operazioni segrete condotte dalla Central Intelligence Agency (CIA.
Motivazioni economiche alla base dell’intervento minacciato da Trump
Le riserve di Crude Oil da estrazione a basso costo sembrano essere in rapida diminuzione negli USA. A 40 dollari il barile non si può estrarre petrolio da scisto bituminoso, perche’ determina una grossa perdita per i petrolieri.
A 50 dollari il barile c’è il prezzo reale di pareggio, considerate anche le imposte, sia pure basse. Determinare la durata esatta delle sole riserve di petrolio convenzionale degli Stati Uniti, escludendo l’olio da scisto (shale oil) e altri non convenzionali, è complesso poiché le statistiche ufficiali e le fonti di settore spesso combinano le diverse riserve e variano in base ai progressi tecnologici e ai prezzi di mercato.
Tuttavia, basandoci sui dati disponibili, si possono fare le seguenti stime: le riserve totali provate di greggio e condensati negli Stati Uniti ammontavano a circa 46,4 miliardi di barili alla fine del 2023.
Consumo Annuale: nel 2021, gli Stati Uniti hanno consumato circa 7,22 miliardi di barili di petrolio.
Durata Teorica (Totale): Con le riserve totali e il consumo attuale, la durata teorica si aggira intorno ai 5-7 anni senza importazioni (il consumo annuale è circa 1/5 delle riserve totali). Tuttavia, questo calcolo non tiene conto della produzione in corso né delle continue scoperte e dei miglioramenti tecnologici che aumentano le riserve recuperabili nel tempo.
Riserve Convenzionali: Specificamente per il petrolio convenzionale, una stima del 2010 indicava circa 198 miliardi di barili di petrolio recuperabile, sufficienti per circa 29 anni al tasso di consumo di allora. @9 anni di consumi sembrano tanti, ma non è così se si guarda ad un futuro che non ha la tecnologia per sostituire completamente le fonti di energia come il petrolio per tantissimi utilizzi.
In cosa consiste per il momento l’opzione militare
L’Amministrazione USA ha intensificato le operazioni militari nella regione dei Caraibi, giustificandole ufficialmente come operazioni anti-narcotraffico.
L’aspetto cinetico si è espresso attraverso il dispiegamento costante di navi da guerra e le denunce del Venezuela riguardanti la presenza di caccia statunitensi vicino alle proprie coste.
L’autorizzazione di operazioni segrete della CIA indica chiaramente la preferenza strategica per il leverage interno e la destabilizzazione del regime attraverso mezzi non convenzionali. Questo ampio spettro di pressione non convenzionale costituisce una leva tattica mirata a destabilizzare la leadership interna.
Narcotraffico come Casus Belli
L’aspetto criminologico è fondamentale per legittimare l’escalation militare. Il regime di Caracas è identificato non solo come un ostacolo politico, ma anche come una rotta fondamentale per il traffico di droga, con numerosi alti esponenti della Forza Armata Nazionale Bolivariana (FANB), compreso il Ministro della Difesa Vladimir Padrino López, incriminati o sanzionati per corruzione e narcotraffico.
L’uso del narcotraffico come casus belli permette agli USA di inquadrare il dispiegamento navale e le operazioni mirate non come atti di guerra, ma come operazioni di polizia globale per combattere la criminalità transnazionale.
Ciò consente all’Amministrazione di elevare la pressione, anche attraverso l’aumento delle taglie offerte per la cattura di Maduro, pur mantenendo una distanza formale dalla dichiarazione di guerra tradizionale.
La Forza Armata Nazionale Bolivariana e la Deterrenza Asimmetrica
La struttura di comando in Venezuela è caratterizzata dall'”assoluta lealtà” della FANB al Presidente Maduro, ribadita più volte dal Ministro della Difesa Padrino López. Sebbene la FANB sia militarmente inferiore alle forze armate statunitensi, la sua strategia non si basa sulla sconfitta convenzionale, ma sulla deterrenza asimmetrica e sulla difesa territoriale.
Il governo ha rafforzato la presenza militare in cinque Stati costieri considerati rotte del narcotraffico, dispiegando circa 25.000 agenti.
Inoltre, il regime ha adottato la dottrina della “difesa integrale”, mantenendo in stato di allerta la Milizia Bolivariana e promuovendo l’unità civico-militare in preparazione a un’eventuale aggressione esterna.
Il rischio operativo per gli USA non è rappresentato dalla FANB, ma dalla transizione immediata a una guerra a bassa intensità e dalla necessità di una forza di occupazione prolungata in un territorio vasto e ostile. Un fattore critico che limita la probabilità di successo concreto è l’enorme dimensione del teatro operativo.
Il Venezuela copre un territorio vasto, approssimativamente 916.445 chilometri quadrati. Qualsiasi operazione di occupazione o di stabilizzazione post-conflitto richiederebbe un dispiegamento di truppe e risorse insostenibile a lungo termine. Il rischio di impantanamento è elevato.
Sintesi della Probabilità di Successo Concreto
L’analisi dimostra che la minaccia di guerra dell’Amministrazione Trump contro il regime di Nicolas Maduro ha una probabilità di successo concreto estremamente bassa. La capacità militare statunitense garantisce un’alta probabilità di successo tattico (rimozione rapida del leader o distruzione di obiettivi militari), ma questa vittoria cinetica sarebbe controproducente dal punto di vista strategico.
La rimozione di Maduro non causerebbe il crollo del regime, ma la frammentazione incontrollata dell’apparato Chavista in gruppi armati criminali e milizie non statali. Questa frammentazione innescherebbe immediatamente una prolungata e sanguinosa guerra civile a bassa intensità, impossibile da stabilizzare data l’ampiezza del territorio venezuelano e l’assenza di un consenso legale internazionale.
Il vero paradosso strategico è che l’azione cinetica garantirebbe il risultato opposto all’obiettivo: un’instabilità regionale prolungata e il prosciugamento delle risorse statunitensi in un conflitto non necessario.
