L’HSBC Entrepreneurship Wealth Report fotografa un panorama interessante: da un lato gli imprenditori, più propensi a investire nei propri business e nei mercati privati; dall’altro gli investitori al dettaglio, ancora fortemente orientati verso le azioni e i mercati quotati.
Entrambi i gruppi mostrano un crescente interesse per investimenti a più alto rischio come azioni e criptovalute, ma la differenza principale sta nell’approccio: i retail cercano accessibilità e diversificazione tramite strumenti quotati, mentre gli imprenditori prediligono asset reali e controllo diretto del capitale.
Le azioni restano al centro dell’interesse
Il 67% degli investitori al dettaglio ritiene che i mercati azionari globali saliranno nei prossimi dodici mesi, e il 68% prevede di aumentare l’esposizione azionaria. L’ottimismo è sostenuto dalle prospettive di tagli ai tassi, da un dollaro più debole e dal continuo entusiasmo per l’intelligenza artificiale.
Le aziende più popolari restano Nvidia, Apple e Microsoft, considerate protagoniste della nuova fase di crescita tecnologica.
Gli ETF globali e settoriali continuano a essere lo strumento preferito per ottenere un’esposizione ampia e a basso costo, ma cresce anche la domanda per soluzioni più mirate su IA, semiconduttori e infrastrutture digitali.
Gli imprenditori, invece, mantengono un atteggiamento più prudente: solo il 46% possiede azioni e appena il 25% intende incrementare la quota azionaria. Preferiscono reinvestire nelle proprie aziende, nel real estate o in asset privati non quotati.
Analisi: nonostante i listini vicini ai massimi, il contesto macroeconomico rimane favorevole alle azioni. Tuttavia, la differenza di approccio evidenzia due priorità: per i retail, la ricerca di rendimento tramite mercati liquidi; per gli imprenditori, la costruzione di valore attraverso attività controllabili.
Criptovalute: l’ottimismo torna, ma con prudenza
Per la prima volta in tre anni, gli investitori si mostrano più fiduciosi su Bitcoin che sulle azioni globali: il 69% prevede un rialzo, ma solo il 32% intende investire effettivamente. Il divario tra interesse e azione resta ampio, segno di una curiosità ancora frenata dalla scarsa conoscenza tecnica.
Gli imprenditori, invece, sono più avanti: 44% già investiti e 27% pronti ad aumentare l’esposizione nel prossimo anno.
Analisi: la crescente regolamentazione, la diffusione degli ETF spot su Bitcoin ed Ethereum e l’adozione da parte di grandi istituzioni stanno normalizzando la presenza cripto nei portafogli. Bitcoin resta la principale riserva di valore digitale, mentre Ethereum è ormai la base operativa per la maggior parte delle transazioni on-chain.
La raccomandazione generale è di mantenere un’esposizione contenuta (1–2%), sufficiente a partecipare al potenziale di crescita senza compromettere l’equilibrio del portafoglio complessivo.
Mercati privati: terreno naturale per gli imprenditori
Il divario più evidente tra investitori e imprenditori riguarda i mercati privati.
Il 46% degli imprenditori detiene già partecipazioni in private equity, venture capital o private debt, e il 41% intende ampliarle.
Tra gli investitori al dettaglio, invece, solo il 10% ha già un’esposizione e appena il 12% prevede di entrarvi entro l’anno.
L’interesse è in aumento, ma persistono ostacoli strutturali: alti capitali minimi richiesti, scarsa trasparenza e illiquidità. Nonostante due terzi dei risparmiatori dichiarino di aver sentito parlare più spesso di investimenti privati, la maggior parte rimane alla finestra, in attesa di soluzioni più accessibili e regolamentate.
Analisi: le opportunità sono reali ma complesse. I mercati privati offrono potenziale di rendimento superiore, ma con rischio di concentrazione e orizzonti temporali lunghi. Le nuove piattaforme di investimento diretto possono aprire le porte, ma vanno utilizzate con cautela e solo dopo un’attenta due diligence.
Liquidità e obbligazioni: ritorno alla stabilità
Con un contesto macroeconomico ancora incerto e l’inflazione in fase di rientro graduale, liquidità e obbligazioni stanno tornando centrali nelle strategie di portafoglio. Il 28% degli investitori al dettaglio e il 29% degli imprenditori prevede di aumentare la quota di cash o bond di alta qualità nel corso del prossimo anno.
Analisi: in una fase di rendimenti ancora elevati, i titoli a breve scadenza e i fondi monetari offrono un mix interessante tra sicurezza e rendimento. Tuttavia, l’eccesso di liquidità espone al rischio di erosione reale: è fondamentale bilanciare protezione e crescita, mantenendo il giusto equilibrio tra obbligazioni, azioni e investimenti alternativi.
Un portafoglio efficace dovrebbe integrare asset difensivi e strumenti di crescita strutturale, garantendo la possibilità di reagire con flessibilità ai cambiamenti dei tassi.
Conclusioni: due strategie, un obiettivo comune
Gli investitori al dettaglio e gli imprenditori condividono una rinnovata propensione al rischio, ma con percorsi diversi.
- I primi puntano su azioni ed ETF per cavalcare le tendenze globali e tecnologiche.
- I secondi preferiscono mercati privati, real estate e reinvestimenti aziendali, privilegiando controllo e autonomia.
Entrambi, tuttavia, convergono su un principio chiave: ricercare rendimento reale in un contesto di inflazione moderata e tassi in normalizzazione.
La diversificazione, la gestione attiva del rischio e la conoscenza delle nuove asset class restano le vere bussole per affrontare i prossimi mesi.
Approfondimento
Crisi politica francese: riflessi strutturali sui mercati finanziari europei
