Analisi Secolare del Rapporto S&P 500/Commodities (1913–Oggi): Cicli Diciottennali, Rotazione Macroeconomica e Strategie di Asset Allocation

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Flavio Ferrara - Consulente Finanziario Indipendente

Il rapporto tra l’indice S&P 500 e le materie prime – noto come Rapporto S/C (Stocks-to-Commodities) – rappresenta una delle metriche più potenti per interpretare i cicli secolari dei mercati finanziari e pianificare una strategia di asset allocation di lungo termine.
Quando il Rapporto S/C sale, le azioni sovraperformano le commodity, segnalando un contesto deflazionistico e di crescita stabile; quando scende, prevale la dominanza delle materie prime, che riflette regimi inflazionistici e tensioni sull’offerta reale.

L’andamento di questo rapporto non è casuale né meramente ciclico: racconta l’evoluzione delle grandi fasi economiche globali, l’alternanza tra capitale finanziario e capitale reale, tra innovazione tecnologica e scarsità di risorse. Comprenderlo significa leggere in anticipo i cambi di regime che determinano il successo o il fallimento di una strategia d’investimento.


Azioni e Commodity: una correlazione inversa e complementare

Storicamente, azioni e materie prime si muovono in direzioni opposte, mostrando una correlazione negativa strutturale. Questo le rende strumenti naturali di diversificazione macroeconomica.
Le azioni prosperano in ambienti di disinflazione e crescita sostenibile, dove i tassi bassi aumentano il valore attuale dei flussi di cassa futuri.
Le commodity, invece, emergono nelle fasi di inflazione, quando la crescita si surriscalda, le strozzature dell’offerta aumentano e il potere d’acquisto della moneta si erode.

In sostanza, le azioni dominano nei cicli di credito espansivi, mentre le materie prime prendono il testimone nelle fasi di reflazione e tensione dei costi. Questa alternanza di leadership è alla base della teoria dei cicli secolari di rotazione macroeconomica.


I Cicli Secolari Diciottennali: la teoria di Bannister & Forward

Gli studi empirici di Bannister e Forward (2002) hanno individuato cicli di 17–18 anni di alternanza strutturale tra fasi di predominio azionario e fasi di predominio delle commodity.
Le prime coincidono con periodi di deflazione, crescita stabile e fiducia monetaria; le seconde con inflazione, guerre, crisi energetiche o politiche monetarie espansive.

  • Dominanza azionaria (deflazione): massimi del Rapporto S/C, come nel Gold Standard del 1879 o nell’era di Bretton Woods. I settori tecnologici e finanziari prosperano, sostenuti da capitali a basso costo.
  • Dominanza commodity (inflazione): minimi del Rapporto S/C, come negli anni ’70 con la crisi petrolifera e la stagflazione. Gli asset reali sovraperformano, mentre le azioni soffrono la compressione dei margini.

Ogni ciclo secolare ha segnato una trasformazione del paradigma economico globale, dalla bolla tecnologica degli anni ’90 al superciclo delle risorse del 2000, fino all’eccesso di valutazioni azionarie post-COVID.

Se il massimo del Rapporto S/C è stato toccato nel 2020–2021, l’attuale contesto suggerisce l’avvio di una nuova fase secolare di ritorno alla media (mean reversion), dove le materie prime e gli asset reali riconquistano la leadership per i prossimi 15–20 anni.


I punti di svolta secolari: quando cambiano i regimi di mercato

Nel corso dell’ultimo secolo, quattro turning point principali hanno segnato la rotazione azioni–commodity:

Punto di SvoltaPeriodoRegime EconomicoMovimento Rapporto S/CEventi Associati
Basso (Commodity Peak)Inizio anni ’70StagflazioneMinimo storicoCrisi petrolifera, Nixon Shock
Alto (Stock Peak)Fine anni ’90Deflazione, boom techMassimo relativoBolla Dot-Com, globalizzazione
Basso (Commodity Strength)2008Crisi finanziaria globaleCalo post-GFCBoom cinese, superciclo risorse
Alto (Stock Peak)2020–2021Tassi zero, QE, Growth dominanteEstremo storicoRebound tech, liquidità illimitata

L’interpretazione di questi punti è cruciale per anticipare i cambi di leadership nei mercati. Dopo il picco del 2021, la rotazione verso gli asset reali è già visibile nella forza relativa delle commodity, dell’energia e dei metalli industriali, rispetto a un S&P 500 in rallentamento.


Mean Reversion e Rotazione dell’Asset Allocation

Il principio di mean reversion implica che gli eccessi di performance di una classe di asset tendano a rientrare verso la media storica.
Applicato al Rapporto S/C, significa che dopo un ventennio di dominio azionario, l’allocazione strategica deve ribilanciarsi verso le commodity, le risorse reali e i settori value.
Molti fondi macro e indici multi-asset applicano già strategie quantitative che riducano la leva sull’S&P 500 e incrementano l’esposizione alle materie prime nei momenti in cui il rapporto raggiunge estremi storici.


I driver strutturali della nuova leadership delle Commodity

Oltre ai fattori ciclici, tre trend strutturali definiscono il potenziale di lungo termine delle materie prime:

  • Transizione Energetica e Net Zero: la decarbonizzazione globale richiede enormi quantità di rame, nichel, litio e alluminio. La domanda è strutturale, non ciclica.
  • Rischi geopolitici e scarsità di offerta: la frammentazione globale e i conflitti commerciali stanno ridisegnando le catene di approvvigionamento, favorendo gli asset reali come rifugio.
  • Rinascita delle infrastrutture globali: la spesa pubblica record in USA, Europa e Asia spinge la domanda di materie prime di base e sostiene i prezzi nel lungo periodo.

In questo contesto, la leadership delle commodity non è più una parentesi tattica, ma un tema secolare che ridefinisce la frontiera tra investimenti nominali e reali.


Rischi e Considerazioni Finali

Le materie prime offrono una copertura naturale contro l’inflazione ma comportano volatilità elevata e rischi geopolitici. La storia mostra che i cicli commodity sono spesso innescati da shock esogeni — guerre, crisi energetiche o errori di politica monetaria — e si esauriscono con un eccesso di investimento nell’offerta.

Tuttavia, in un mondo caratterizzato da debito record, deglobalizzazione e inflazione strutturale, il contesto è favorevole a una nuova fase di outperformance delle commodity, dove gli investitori di lungo periodo devono tornare a considerare gli asset reali come pilastro dell’asset allocation strategica.

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Roberto Contini
Roberto Contini
Operante nel settore investimenti da più di 30 anni, socio fondatore della Società Italiana di Analisi Tecnica, affiliata all’IFTA dal 1988, ha ricoperto ruoli da analista tecnico e fondamentale in Italia e all’estero ed è stato per 15 anni Responsabile Investimenti prima e successivamente Responsabile Area Advisory in Banca Intermobiliare d’Investimenti e Gestioni (BIM). Skills : Asset allocation, analisi tecnica e fondamentale, Macro View, stock picking

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