Il CEO di JPMorgan, Jamie Dimon, torna a manifestare forti dubbi sull’attuale tenuta dell’economia USA. Secondo Dimon, l’effetto combinato di stimoli pandemici in esaurimento, minore immigrazione e politica monetaria restrittiva rende il sistema vulnerabile a una recessione nei prossimi mesi.
Sebbene l’occupazione e la spesa al consumo siano rimaste solide, Dimon ritiene che il momentum positivo stia svanendo e che il tanto atteso “soft landing” potrebbe trasformarsi in una frenata più brusca del previsto.
Dimon: “Il credito privato è sottovalutato, attenti agli spread troppo bassi”
Tra i fattori di maggiore preoccupazione segnalati dal CEO, spicca il boom del credito privato, un settore in forte espansione che secondo Dimon nasconde rischi sistemici. Gli attuali spread – ha dichiarato – non compensano adeguatamente il rischio, e gli investitori potrebbero pagare il prezzo di valutazioni troppo ottimistiche in caso di rallentamento economico.
Una frase chiave:
“Non ci sono le condizioni per acquistare credito oggi con questi prezzi e questi spread.”
Dazi alla Cina fermi al 55%, ma il settore logistica teme lo shock
Le parole di Dimon sono arrivate lo stesso giorno del discorso di Donald Trump sulla fine della guerra commerciale con la Cina. Tuttavia, l’accordo raggiunto riguarda solo le terre rare, cruciali per difesa e transizione energetica, mentre i dazi esistenti restano bloccati al 55%.
Il Segretario al Commercio Howard Lutnick ha confermato che non ci saranno nuovi aumenti, ma ha anche chiarito che le tariffe attuali non verranno rimosse. Una decisione che pesa sul sistema produttivo USA.
Il settore logistico lancia l’allarme: “Così si distruggono posti di lavoro”
Dirigenti di logistica e retail hanno commentato duramente l’accordo:
- Alan Baer (OL USA): “Il 55% è insostenibile per centinaia di aziende. Alla fine a pagare è il consumatore.”
- Bruce Kaminstein (ex CEO Casabella): “Pensare che le aziende USA possano tornare a produrre beni di consumo in patria è illusorio.”
- Steve Lamar (American Apparel & Footwear Association): “Queste tariffe colpiranno le famiglie, proprio nei mesi cruciali dello shopping scolastico e natalizio.”
L’effetto combinato di margini ridotti, inflazione importata e compressione della domanda rischia di alimentare stress finanziario su tutta la supply chain americana.
Prezzi al consumo sotto controllo… ma il petrolio inizia a correre
I dati sull’inflazione USA di maggio sono stati più incoraggianti del previsto. I prezzi al consumo continuano a scendere, confermando un trend avviato a febbraio. Tuttavia, il contesto resta fragile:
- Il rapporto sull’occupazione ha mostrato revisioni al ribasso per marzo e aprile.
- Il mercato del lavoro mostra primi segnali di rallentamento.
- La FED, con Powell, resta cauta e non intende anticipare tagli dei tassi finché la situazione non sarà più chiara.
Ma l’attenzione si sposta ora su un nuovo potenziale shock: il petrolio.
Petrolio +4%: torna la tensione tra USA e Iran
I futures sul greggio sono saliti di oltre il 4% a causa dell’escalation tra Stati Uniti e Iran. Trump ha dichiarato di non credere più nella possibilità di un accordo nucleare con Teheran, evocando uno scenario sempre più instabile in Medio Oriente.

Nel frattempo:
- Gli USA hanno ordinato l’evacuazione del personale non essenziale dall’ambasciata a Baghdad.
- La Royal Navy ha lanciato un’allerta per un possibile aumento delle attività militari nella regione.
Il rischio di un nuovo shock geopolitico potrebbe alimentare la volatilità sui mercati e riaccendere le pressioni inflazionistiche, in un contesto già indebolito dalle politiche protezionistiche.
Conclusione: tra dazi, credito e geopolitica, lo scenario si complica
Il quadro economico americano si presenta sempre più complesso:
- Il “soft landing” è messo in discussione da Jamie Dimon e da segnali reali di fragilità macro.
- I dazi alla Cina restano un fardello per interi settori produttivi.
- Le tensioni con l’Iran potrebbero tradursi in nuove fiammate inflazionistiche via petrolio.
In sintesi, tra politica commerciale, credito a rischio e shock esogeni, lo scenario dei prossimi mesi si preannuncia denso di incertezze. E il mercato comincia a scontarlo.
Approfondimento
La liquidità globale è a un livello record: cosa succede ora?
