Apple Schiva il Peggior Crac dai Tempi della Pandemia, Ma la Tempesta Commerciale non è Finita

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📦 Dazi sospesi per i colossi tech: Trump cede (almeno per ora)

Venerdì sera, a mercati chiusi, la Casa Bianca ha comunicato una notizia che ha salvato Apple (e non solo) da un possibile disastro industriale e finanziario: i principali prodotti tecnologici di consumo – tra cui iPhone, iPad, Mac e Apple Watch – saranno esentati dai dazi imposti alle importazioni cinesi. Le esenzioni fanno parte di una nuova serie di linee guida della U.S. Customs and Border Protection, concesse in extremis dal presidente Donald Trump.

La decisione arriva a pochi giorni dall’annuncio di dazi del 145% sui prodotti cinesi, destinati a colpire duramente le aziende americane che dipendono dalla produzione in Asia. Un colpo durissimo per colossi come Apple, che produce oltre l’80% dei suoi iPad e più della metà dei Mac in Cina. Xi Jinping, con una mossa paziente e strategica, ha vinto questo primo round nel braccio di ferro commerciale, semplicemente dimostrando che la minaccia americana era insostenibile anche per Washington stessa.


🏭 Produrre negli USA? Un piano impossibile da realizzare in pochi mesi

Nella nota ufficiale, la Casa Bianca ha motivato le esenzioni dichiarando che le aziende americane avranno ora “il tempo necessario per riportare la produzione in patria”. Ma gli analisti sono scettici: spostare intere catene logistiche globali non è un’operazione da decreto presidenziale, né tantomeno da completare nel breve termine. Il trasferimento di impianti, manodopera qualificata, fornitori e logistica richiede anni, e implica investimenti miliardari.

Nel frattempo, è stato mantenuto un dazio del 20% su tutti i prodotti cinesi, mentre per le 20 categorie tecnologiche elencate, incluse quelle legate all’elettronica di consumo, è stata confermata l’esenzione temporanea dai dazi più pesanti (fino al 125%). Anche i dazi del 10% per i prodotti tecnologici da altri paesi sono stati sospesi per i dispositivi elettronici di largo consumo, un altro segnale di retromarcia dell’amministrazione.


🧨 Una crisi evitata per un soffio: l’effetto Apple avrebbe travolto Wall Street

Senza questa manovra correttiva, Apple si sarebbe trovata in una crisi paragonabile a quella vissuta durante la pandemia: interruzione delle forniture, aumento dei costi, contrazione delle vendite globali. Gli effetti sui suoi margini di profitto – già oggi oscillanti tra il 40% e il 60% – sarebbero stati devastanti. I prezzi degli iPhone avrebbero potuto superare i 2.000 dollari negli USA, con impatti devastanti sulla domanda interna.

In alternativa, Apple avrebbe potuto distribuire il peso delle tariffe sui mercati internazionali, ma chi avrebbe accettato di pagare di più per finanziare i dazi di Trump? Questo avrebbe aperto un altro fronte di crisi commerciale e danneggiato irrimediabilmente il brand Apple nei mercati europei e asiatici.

L’amministrazione americana, già sotto pressione per l’instabilità finanziaria causata dalla guerra commerciale, ha ceduto sotto le pressioni dei CEO di Big Tech, preoccupati per un collasso delle vendite e per i possibili effetti a catena sul Nasdaq e sull’intero comparto tecnologico.


📉 Comprare azioni Apple oggi? Attenzione al rimbalzo tecnico

Il salvataggio da una crisi immediata potrebbe far schizzare il titolo Apple nei prossimi giorni, alimentando un rimbalzo tecnico speculativo. Ma attenzione: non è il momento di inseguire il prezzo. Restano sul tavolo rischi strutturali significativi:

  • Rallentamento globale della domanda
  • Pressioni inflazionistiche legate ai dazi ancora in vigore
  • Impossibilità logistica di riportare velocemente la produzione negli USA
  • Potenziali nuove ondate tariffarie da parte di Trump, già annunciate come “progressive”

L’impressione è che questa non sia una vera soluzione, ma solo una tregua temporanea, utile a evitare un’esplosione a breve termine. Gli investitori di lungo periodo dovrebbero quindi evitare di entrare a questi prezzi, e attendere segnali più chiari sulla sostenibilità della strategia industriale americana.


🔚 Conclusione: bluff rientrato, ma il rischio sistemico resta

In sintesi, Apple ha evitato il baratro grazie a una retromarcia politica, ma la guerra commerciale resta aperta, e il rischio di nuovi scossoni sui mercati tecnologici non è affatto svanito. Il caso Apple ha dimostrato che l’industria tech americana è ancora fortemente dipendente dalla Cina, e qualsiasi tentativo di sganciamento, per quanto auspicabile, richiederà tempi lunghi e strategie ben più articolate di un pacchetto di dazi improvvisati.

Approfondimento

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Roberto Contini
Roberto Contini
Operante nel settore investimenti da più di 30 anni, socio fondatore della Società Italiana di Analisi Tecnica, affiliata all’IFTA dal 1988, ha ricoperto ruoli da analista tecnico e fondamentale in Italia e all’estero ed è stato per 15 anni Responsabile Investimenti prima e successivamente Responsabile Area Advisory in Banca Intermobiliare d’Investimenti e Gestioni (BIM). Skills : Asset allocation, analisi tecnica e fondamentale, Macro View, stock picking

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