📉 Fiducia in calo e segnali di rallentamento
L’ombra di una recessione negli Stati Uniti si sta allungando e oscura le prospettive per consumatori e CFO, secondo una serie di sondaggi pubblicati a marzo. Tuttavia, Wall Street ha registrato tre giorni di rimbalzo, grazie a un cauto ottimismo sul fatto che Donald Trump possa attenuare la linea dura sui dazi.
📊 L’indice della fiducia dei consumatori del Conference Board è sceso a 92,9 – la quarta contrazione mensile consecutiva e ben al di sotto della soglia 80 che segnala il rischio di recessione. Il dato sulle aspettative future è crollato a 65,2, il livello più basso da 12 anni.
🔍 Anche il sentiment dei Chief Financial Officer (CFO) è peggiorato:
- 60% prevede una recessione nella seconda metà del 2025 (sondaggio CNBC).
- Deutsche Bank stima una probabilità del 43% per una flessione nei prossimi 12 mesi.
- Peggiora anche la percezione sul mercato del lavoro: chi si aspetta più posti di lavoro è sceso al 16,7%, mentre chi ne prevede meno è salito al 28,5%.
🧨 I dazi e lo spettro della Grande Depressione
La situazione odierna ha preoccupanti analogie con quella del 1928-1930, quando le politiche protezioniste del presidente Herbert Hoover portarono alla Grande Depressione:
📜 Durante la campagna del 1928, Hoover promise dazi limitati e aiuti agli agricoltori. Ma una volta eletto:
- Convocò una sessione straordinaria del Congresso per varare aumenti tariffari
- Approvò la legge tariffaria del 1928
- Seguì la famigerata Smoot-Hawley Tariff Act del 1930, che innescò ritorsioni globali
📉 Gli effetti furono disastrosi:
- L’indice azionario S&P crollò del 34% tra settembre e novembre 1929, e poi continuò a calare
- La produzione industriale subì un tracollo
- La disoccupazione salì dal 5,3% (1929) al 14,2% (1930), toccando poi il 36,3% (1932)
- La Fed abbassò i tassi dal 6% al 2,5%, ma senza effetti; nel 1931 li rialzò per frenare la fuga dall’oro, innescando una nuova crisi bancaria
📉 A partire dal 1931, la crisi si aggravò con la perdita di fiducia nel dollaro, la fuga dell’oro e l’impennata dei tassi.
🧭 2025 ≠ 1929: le differenze cruciali
Sebbene le premesse protezionistiche facciano suonare qualche campanello d’allarme, il contesto attuale è molto diverso:
- 🏭 L’economia USA è oggi dominata dai servizi, non dall’industria manifatturiera
- 🤖 La tecnologia ha aumentato la produttività e supporta gli utili aziendali anche con crescita modesta del PIL
- 📈 Le imprese godono di margini solidi, e l’occupazione resta su livelli storicamente robusti
💡 Tuttavia, il rischio di una “mild recession” – una recessione moderata ma reale – resta concreto:
- Le valutazioni azionarie sono elevate e sensibili a delusioni economiche
- I dati sul lavoro e sull’inflazione restano da monitorare attentamente
👁️🗨️ La Sahm Rule, un affidabile indicatore anticipatore di recessione basato sull’aumento del tasso di disoccupazione rispetto ai minimi a 12 mesi, potrebbe attivarsi già con i prossimi dati sul lavoro, attesi la prossima settimana.
📌 Per ora il mercato è sospeso tra la speranza di un ammorbidimento sui dazi e il timore che la storia possa ripetersi, sebbene in forma più leggera.
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