Recessione in Arrivo? I Dazi USA Rievocano lo Spettro del 1929

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Flavio Ferrara - Consulente Finanziario Indipendente

📉 Fiducia in calo e segnali di rallentamento

L’ombra di una recessione negli Stati Uniti si sta allungando e oscura le prospettive per consumatori e CFO, secondo una serie di sondaggi pubblicati a marzo. Tuttavia, Wall Street ha registrato tre giorni di rimbalzo, grazie a un cauto ottimismo sul fatto che Donald Trump possa attenuare la linea dura sui dazi.

📊 L’indice della fiducia dei consumatori del Conference Board è sceso a 92,9 – la quarta contrazione mensile consecutiva e ben al di sotto della soglia 80 che segnala il rischio di recessione. Il dato sulle aspettative future è crollato a 65,2, il livello più basso da 12 anni.

🔍 Anche il sentiment dei Chief Financial Officer (CFO) è peggiorato:

  • 60% prevede una recessione nella seconda metà del 2025 (sondaggio CNBC).
  • Deutsche Bank stima una probabilità del 43% per una flessione nei prossimi 12 mesi.
  • Peggiora anche la percezione sul mercato del lavoro: chi si aspetta più posti di lavoro è sceso al 16,7%, mentre chi ne prevede meno è salito al 28,5%.

🧨 I dazi e lo spettro della Grande Depressione

La situazione odierna ha preoccupanti analogie con quella del 1928-1930, quando le politiche protezioniste del presidente Herbert Hoover portarono alla Grande Depressione:

📜 Durante la campagna del 1928, Hoover promise dazi limitati e aiuti agli agricoltori. Ma una volta eletto:

  • Convocò una sessione straordinaria del Congresso per varare aumenti tariffari
  • Approvò la legge tariffaria del 1928
  • Seguì la famigerata Smoot-Hawley Tariff Act del 1930, che innescò ritorsioni globali

📉 Gli effetti furono disastrosi:

  • L’indice azionario S&P crollò del 34% tra settembre e novembre 1929, e poi continuò a calare
  • La produzione industriale subì un tracollo
  • La disoccupazione salì dal 5,3% (1929) al 14,2% (1930), toccando poi il 36,3% (1932)
  • La Fed abbassò i tassi dal 6% al 2,5%, ma senza effetti; nel 1931 li rialzò per frenare la fuga dall’oro, innescando una nuova crisi bancaria

📉 A partire dal 1931, la crisi si aggravò con la perdita di fiducia nel dollaro, la fuga dell’oro e l’impennata dei tassi.

🧭 2025 ≠ 1929: le differenze cruciali

Sebbene le premesse protezionistiche facciano suonare qualche campanello d’allarme, il contesto attuale è molto diverso:

  • 🏭 L’economia USA è oggi dominata dai servizi, non dall’industria manifatturiera
  • 🤖 La tecnologia ha aumentato la produttività e supporta gli utili aziendali anche con crescita modesta del PIL
  • 📈 Le imprese godono di margini solidi, e l’occupazione resta su livelli storicamente robusti

💡 Tuttavia, il rischio di una “mild recession” – una recessione moderata ma reale – resta concreto:

  • Le valutazioni azionarie sono elevate e sensibili a delusioni economiche
  • I dati sul lavoro e sull’inflazione restano da monitorare attentamente

👁️‍🗨️ La Sahm Rule, un affidabile indicatore anticipatore di recessione basato sull’aumento del tasso di disoccupazione rispetto ai minimi a 12 mesi, potrebbe attivarsi già con i prossimi dati sul lavoro, attesi la prossima settimana.

📌 Per ora il mercato è sospeso tra la speranza di un ammorbidimento sui dazi e il timore che la storia possa ripetersi, sebbene in forma più leggera.

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Roberto Contini
Roberto Contini
Operante nel settore investimenti da più di 30 anni, socio fondatore della Società Italiana di Analisi Tecnica, affiliata all’IFTA dal 1988, ha ricoperto ruoli da analista tecnico e fondamentale in Italia e all’estero ed è stato per 15 anni Responsabile Investimenti prima e successivamente Responsabile Area Advisory in Banca Intermobiliare d’Investimenti e Gestioni (BIM). Skills : Asset allocation, analisi tecnica e fondamentale, Macro View, stock picking

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