Il Forte Rialzo di Ieri dei Mercati Azionari USA Non Ha Nulla a che Vedere con i Dati sull’Inflazione

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Flavio Ferrara - Consulente Finanziario Indipendente

La narrativa dominante secondo cui il rialzo dei mercati azionari USA di ieri sarebbe stato alimentato dai dati sull’inflazione è fuorviante. Sebbene i dati abbiano contribuito al sentiment positivo, il rally è stato trainato principalmente dalle big tech come Nvidia, Alphabet e Tesla. Un’analisi più approfondita mostra che il rapporto tra il calo dell’inflazione e i tagli dei tassi della Fed non è così diretto come sembra, sottolineando che i mercati azionari si stanno sempre più sganciando da questa equazione.

Aumenta il Tasso di Inflazione su Base Annua

A novembre, i prezzi al consumo sono aumentati a un ritmo annuale più veloce, indicando che l’inflazione rimane una sfida. L’indice dei prezzi al consumo (CPI) ha registrato un tasso di inflazione annuo del 2,7%, con un aumento mensile dello 0,3%. Questo segna un incremento dello 0,1% rispetto a ottobre.

Escludendo cibo ed energia, il CPI core è rimasto stabile al 3,3% annuo, con un incremento mensile dello 0,3%, in linea con le aspettative del consenso Dow Jones. Questi dati arrivano a pochi giorni dalla riunione del Federal Open Market Committee (FOMC) della Federal Reserve, prevista per il 18 dicembre. Gli operatori di mercato prevedono con una probabilità del 99% un taglio di un quarto di punto del tasso di prestito a breve termine, con una pausa probabile a gennaio per valutare l’impatto dei tagli precedenti.

L’Inflazione: Un’Analisi Più Dettagliata

Nonostante l’inflazione sia ben al di sotto del massimo di 40 anni raggiunto nel 2022, rimane sopra l’obiettivo del 2% fissato dalla Fed. Questo ha portato alcuni membri della Fed a esprimere preoccupazione sulla resilienza dell’inflazione, suggerendo che ulteriori tagli dei tassi potrebbero richiedere un ritmo più lento.

Gran parte dell’aumento di novembre è attribuibile ai costi degli alloggi, cresciuti dello 0,3% mensile e rappresentando il 40% dell’incremento totale dell’indice. Su base annua, l’indice degli alloggi è aumentato del 4,7%, rendendo evidente la connessione tra tassi a lungo termine sui Treasury Bonds, superiori al 4%, e l’aumento dei costi di affitto. I proprietari di immobili cercano rendimenti competitivi rispetto ai titoli di Stato, spingendo al rialzo i canoni di locazione.

Altri aumenti si registrano nei prezzi dei veicoli usati (+2% mensile) e dei veicoli nuovi (+0,6%), invertendo la precedente tendenza al ribasso. I costi alimentari sono aumentati dello 0,4% mensile e del 2,4% annuo, mentre l’indice energetico ha registrato un incremento mensile dello 0,2%, pur essendo in calo del 3,2% su base annua.

Un Rally Slegato dall’Inflazione

Sebbene i mercati azionari sembrino accogliere con favore il rallentamento dell’inflazione, il rally di ieri evidenzia una disconnessione tra i dati economici e le dinamiche di mercato. Le performance delle big tech sono state il vero motore del rialzo, suggerendo che il mercato azionario sta seguendo logiche diverse rispetto alla tradizionale relazione tra inflazione e tassi di interesse.

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Roberto Contini
Roberto Contini
Operante nel settore investimenti da più di 30 anni, socio fondatore della Società Italiana di Analisi Tecnica, affiliata all’IFTA dal 1988, ha ricoperto ruoli da analista tecnico e fondamentale in Italia e all’estero ed è stato per 15 anni Responsabile Investimenti prima e successivamente Responsabile Area Advisory in Banca Intermobiliare d’Investimenti e Gestioni (BIM). Skills : Asset allocation, analisi tecnica e fondamentale, Macro View, stock picking

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