Ripresa violenta del Dollaro nei confronti dell’Euro: Fed meno accomodante del previsto dopo l’elezione di Trump

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Flavio Ferrara - Consulente Finanziario Indipendente

La vittoria di Donald Trump e la prospettiva di un suo ritorno alla Casa Bianca nel 2025 hanno già avuto un impatto rilevante sui mercati, influenzando le aspettative sulla politica monetaria statunitense e il cambio Euro/Dollaro. Diversi economisti ed ex membri del Federal Open Market Committee (FOMC) ritengono che la Federal Reserve potrebbe limitare i tagli ai tassi di interesse inizialmente previsti per il 2025, soprattutto se Trump dovesse effettivamente attuare le politiche tariffarie promesse in campagna elettorale. Un elemento chiave sarà proprio l’eventuale introduzione di nuovi dazi su beni cinesi e prodotti europei, che potrebbe avere effetti inflazionistici.

L’effetto sul cambio Euro/Dollaro

Il cambio Euro/Dollaro riflette già alcune di queste tensioni. Nelle settimane successive all’elezione di Trump, l’Euro ha subito una perdita di valore di circa il 3% nei confronti del Dollaro, arrivando a testare la zona pivot strategica tra 1,05 e 1,06. Tale livello rappresenta un importante punto di supporto e, secondo vari analisti, potrebbe essere il punto di partenza per un nuovo ciclo rialzista del Dollaro, specialmente se i tagli della Fed dovessero essere inferiori alle aspettative. Attualmente, i mercati prevedono una riduzione complessiva dei tassi di interesse di circa un punto percentuale nel 2025, distribuita tra la prima e la seconda metà dell’anno. Tuttavia, questa previsione potrebbe essere ridimensionata in base agli sviluppi sul fronte politico ed economico.

La strategia di Trump: possibili dazi e la sfida alla Fed

Trump ha indicato che il suo obiettivo è quello di introdurre dazi sulle importazioni, anche su beni europei, con aliquote che potrebbero variare dal 10% fino al 20%. Tali misure rientrano in una strategia più ampia volta a ridurre il deficit commerciale statunitense e promuovere l’occupazione interna. Durante la campagna elettorale, ha anche avanzato l’idea di tariffe particolarmente severe, tra il 60% e il 100%, su beni cinesi. Un simile scenario potrebbe portare a pressioni inflazionistiche negli Stati Uniti, spingendo la Fed a essere più cauta sui tagli. In un recente discorso, Powell ha dichiarato che la Fed è pronta a modificare il suo approccio ai tassi, adattandolo alla politica economica che verrà delineata dalla nuova amministrazione.

Incertezza in Europa e rischio recessione

L’Europa, intanto, osserva con apprensione. Il Governatore della Banca di Finlandia e membro del Consiglio Direttivo della BCE, Olli Rehn, ha affermato che tariffe commerciali più severe potrebbero avere un impatto pesante sul commercio europeo, già indebolito dalla crisi del settore automobilistico. L’economia dell’Eurozona rischia di entrare in recessione, poiché la domanda interna non è sufficiente a compensare la contrazione delle esportazioni. La BCE, inoltre, è rimasta indietro nel ciclo di riduzione dei tassi e ha perso l’occasione di stimolare in modo significativo la domanda durante il 2024. Con un Dollaro in rafforzamento e l’Euro sotto pressione, la BCE potrebbe trovarsi costretta a intervenire, ma la sua azione potrebbe rivelarsi tardiva.

Attesa per il nuovo Segretario al Tesoro e impatto sul dollaro

Una delle prime decisioni di politica economica di Trump sarà la nomina del nuovo Segretario al Tesoro, che dovrà sostituire Janet Yellen. La nomina sarà osservata con attenzione poiché darà un’indicazione chiara della strategia economica della nuova amministrazione. La nomina del Segretario al Tesoro avrà infatti un ruolo cruciale nel determinare la direzione delle politiche fiscali e monetarie americane e il loro impatto sul Dollaro.

Conclusione

La politica monetaria della Fed e la forza del Dollaro sono ora strettamente legate alla politica commerciale della nuova amministrazione americana. Con il rischio di un nuovo ciclo di dazi, la BCE potrebbe trovarsi costretta a intervenire con misure di sostegno all’economia europea, soprattutto per compensare l’effetto negativo delle esportazioni in calo.

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Roberto Contini
Roberto Contini
Operante nel settore investimenti da più di 30 anni, socio fondatore della Società Italiana di Analisi Tecnica, affiliata all’IFTA dal 1988, ha ricoperto ruoli da analista tecnico e fondamentale in Italia e all’estero ed è stato per 15 anni Responsabile Investimenti prima e successivamente Responsabile Area Advisory in Banca Intermobiliare d’Investimenti e Gestioni (BIM). Skills : Asset allocation, analisi tecnica e fondamentale, Macro View, stock picking

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