Edward Yardeni, rinomato strategist ed economista indipendente, noto per la sua efficacia predittiva e il suo costante ottimismo verso i mercati, ha recentemente espresso critiche verso la politica monetaria di Jerome Powell, presidente della Federal Reserve.
Yardeni considera eccessiva la recente serie di tagli ai tassi d’interesse, sollevando dubbi sull’approccio della Fed in un’economia che, secondo lui, mostra segnali di forza.
Le critiche di Yardeni alla Fed: i tassi sono già neutrali
Nel suo modello “Nirvana”, Yardeni dimostra che sia il tasso di disoccupazione che l’inflazione suggeriscono un equilibrio con l’attuale tasso dei fondi federali (FFR). Powell ha tagliato il FFR di 50 punti base a settembre e di ulteriori 25 punti a novembre, ma Yardeni considera queste mosse premature.
Anche i rendimenti dei Treasury a 2 e 10 anni non hanno reagito molto, segno che il mercato obbligazionario condivide lo scetticismo verso la necessità di ulteriori interventi. Yardeni prevede che i rendimenti resteranno tra il 4,25% e il 4,75% per il resto del 2024 e forse per tutto il 2025.
Implicazioni sul mercato azionario
Dopo la vittoria elettorale di Donald Trump, il mercato azionario ha avuto un rally significativo, ma i tagli della Fed hanno spinto gli investitori a temere una pausa nelle riduzioni dei tassi, causando una correzione.
Yardeni, tuttavia, si aspetta che l’S&P 500 raggiunga 6100 punti entro la fine del 2024, spinto da una ripresa del sentiment e dal classico “rally di Natale”.
Un outlook ottimistico sulla “Trumpnomics”
Con la politica economica di Trump, Yardeni prevede uno scenario altamente positivo per i prossimi tre anni. Ha rivisto al rialzo le probabilità del “Roaring 2020s” al 55% e del “melt-up” al 25%, mentre riduce al 20% la possibilità di una crisi geopolitica o finanziaria.
Yardeni attribuisce alla “Trumpnomics” un ruolo chiave nel sostenere gli utili aziendali attraverso tagli fiscali, deregolamentazione e un aumento della produttività.
Proiezioni sugli utili e sull’S&P 500
Yardeni prevede una crescita degli utili per azione (EPS) dell’S&P 500 con stime aggiornate a $240 per il 2024, $285 per il 2025 e $320 per il 2026, con un margine di profitto record del 14,9% nel 2026. Aumentando l’intervallo P/E previsto a 18-22, Yardeni proietta l’indice a 7000 punti nel 2025 e 8000 punti nel 2026.
Il rischio nascosto nel “Blue Sky”
Nonostante l’ottimismo, il modello di Yardeni presenta una vulnerabilità: il premio per il rischio sui mercati azionari è quasi nullo. Con un P/E forward di 22, l’earning yield dell’S&P 500 è appena al 4,54%, a fronte di un rendimento dei Treasury bond al 4,45%.
Questo margine di appena 10 basis points lascia il mercato esposto a rischi di correzioni improvvise in caso di shock economici o di utili inferiori alle attese.
Conclusioni: il cielo sarà sempre sereno?
Lo scenario “Blue Sky” di Yardeni dipinge un quadro estremamente ottimistico per i prossimi anni, ma presuppone che nulla vada storto. Con un premio per il rischio così basso, ogni segnale di instabilità potrebbe richiedere una revisione al ribasso dei multipli di valutazione.
Il mercato azionario potrà continuare a crescere, ma la strada sarà vulnerabile a nubi improvvise che potrebbero oscurare il cielo azzurro di Yardeni.
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