I prezzi dell’oro hanno toccato il minimo di quasi due mesi, complice l’euforia sui mercati e il rafforzamento del dollaro dopo la vittoria elettorale di Donald Trump.
I prezzi spot dell’oro sono scesi di quasi il 7% dai risultati elettorali della scorsa settimana, arrivando a $2.559,2 l’oncia, mentre i future sull’oro sul New York Mercantile Exchange sono scambiati a $2.567,3. Questo ribasso segue un periodo in cui l’oro era stato l’asset più performante del 2024, persino migliore dell’indice azionario S&P 500.
Una pausa temporanea per l’oro?
La recente discesa potrebbe preludere a un periodo di lateralità per 1-2 settimane, con un rimbalzo a breve termine verso i $2.600 seguito da un possibile nuovo calo verso $2.500-2.550. La vittoria di Trump ha spinto le azioni statunitensi a massimi storici, alimentando il rischio sui mercati e portando un forte rally del bitcoin, che ha toccato i $93.000 grazie alle aspettative di politiche favorevoli promesse da Trump. Ne avevamo parlato nel nostro articolo del 30 settembre, disponibile qui.
L’impatto della politica economica di Trump sull’oro
L’agenda di Trump prevede deregolamentazioni e tagli fiscali, il che ha stimolato un movimento di capitali verso azioni e criptovalute, spingendo gli investitori a realizzare profitti dall’oro. Il rafforzamento del dollaro riflette il pricing di questa agenda, caratterizzata da misure potenzialmente inflazionistiche come l’aumento dei dazi. Tuttavia, l’attuale “luna di miele” dei mercati con le politiche di Trump potrebbe esaurirsi, lasciando spazio a un rinnovato interesse per l’oro come bene rifugio.
Oro: driver di lungo termine rimangono intatti
La domanda di oro da parte delle banche centrali, soprattutto asiatiche, è attesa in crescita. Nel 2024, queste hanno acquistato quantità record di metallo prezioso, mentre la Banca Centrale Russa ha venduto le proprie riserve per gestire una grave carenza di valuta pregiata. Il mix di crescente debito pubblico, tensioni geopolitiche e domanda istituzionale continuerà a sostenere il trend rialzista dell’oro nel lungo termine. Ricordiamo che il ciclo di lungo periodo dell’oro aveva toccato il suo ultimo minimo proprio con la vittoria di Trump nel 2016.
Analisi tecnica sull’oro
I prezzi del Brent sono spesso usati come benchmark per la loro maggiore stabilità rispetto al WTI. I livelli attuali di $2.559 per i prezzi spot e di $2.567 per i future rappresentano supporti chiave. Tuttavia, un break deciso sotto $2.500 potrebbe innescare ulteriori vendite. Gli indicatori tecnici come l’RSI a 21 settimane mostrano una condizione neutrale, ma una risalita sopra il livello di 50 confermerebbe un possibile cambio di trend.
Siamo quindi in un mercato di attesa, con rischi legati a posizioni speculative eccessive. L’oro rimane un asset strategico, ma le decisioni devono essere basate su un’analisi rigorosa del contesto macroeconomico e tecnico.
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