All the good news are in the market per le Big Tech – al contrario Intel fa +7% in controtendenza, perché?

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Flavio Ferrara - Consulente Finanziario Indipendente

Il mercato sembra aver inglobato tutte le buone notizie per le Big Tech, ma forse è arrivato a un punto di stallo. Dopo il ribasso dei tassi della FED del 18 settembre, i tassi a lungo termine sono saliti di 40 basis point, avvicinandosi al 4,3%, mentre il P/E forward dell’indice S&P 500 si mantiene intorno a 23.

Con questo contesto, il rischio di acquistare azioni invece di puntare su Treasury bonds a 10 anni è quasi inesistente. Infatti, l’earning yield – l’inverso del P/E – offre un rendimento del 4,30%, lo stesso dei Treasury a lungo termine.

Questa situazione si presenta in netta opposizione a quanto avvenuto nell’ottobre del 2022, quando un dato inflazionistico negativo portò l’S&P 500 a toccare un minimo, dando poi vita a un bull market che ha caratterizzato gli ultimi due anni. Oggi, le aspettative per le Big Tech sono così elevate che anche quando superano le previsioni, le azioni non riescono più a beneficiare dei risultati.

Prendiamo Microsoft, ad esempio: nonostante abbia battuto le stime di Wall Street, con un fatturato superiore di 1 miliardo di dollari rispetto alle previsioni e un utile netto in crescita dell’11% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, le azioni sono crollate del 6,1% giovedì.

Una previsione prudente per il trimestre conclusosi a dicembre ha deluso gli investitori, con Microsoft che ha visto la sua giornata peggiore dal 26 ottobre 2022. Un andamento simile si è verificato anche per Meta e Apple, e persino per Alphabet, che dopo una crescita del 3% post-utili mercoledì ha perso l’1,9% giovedì.

L’entità delle perdite di queste Big Tech ha trascinato verso il basso il Nasdaq Composite, che ha subito un calo del 2,76%. Anche l’S&P 500, fortemente orientato verso le grandi capitalizzazioni, è sceso dell’1,86%, segnando per entrambi gli indici la peggiore giornata dal 3 settembre. Il Dow Jones Industrial Average ha chiuso con un -0,9%.

All the bad news are in the market: il valore di Intel alle attuali quotazioni con un EV/Ebitda forward di 2,28

Mentre il 2024 ha visto Intel (Nasdaq:INTC) cedere circa il 57%, l’S&P 500 ha guadagnato il 20%. Tuttavia, con un EV/Ebitda forward di 2,28, tutte le cattive notizie sembravano già riflettersi nel prezzo.

Dopo i risultati trimestrali rilasciati ieri, le azioni Intel sono infatti salite del 7% nell’after hours. Il produttore di chip ha registrato utili migliori del previsto e ha alzato la guidance trimestrale. L’utile per azione rettificato è stato di 17 centesimi, rispetto alla perdita di 2 centesimi prevista, e i ricavi hanno raggiunto i 13,28 miliardi di dollari, sopra i 13,02 miliardi attesi.

Nonostante un calo del 6% anno su anno, la perdita netta di Intel è stata di 16,99 miliardi di dollari (3,88 dollari per azione) contro un utile netto di 310 milioni di dollari (7 centesimi per azione) dello stesso periodo l’anno precedente.

Questi risultati sono stati influenzati dalla ristrutturazione in corso, con 2,8 miliardi di dollari di oneri per riduzione dei costi e 15,9 miliardi di dollari di svalutazioni legate in parte all’ammortamento accelerato delle attività di produzione di Intel 7 e alla svalutazione dell’avviamento dell’unità Mobileye.

Intel ha avviato una serie di tagli, tra cui una riduzione del personale di 16.500 dipendenti e una riduzione della presenza immobiliare, con l’obiettivo di completare la ristrutturazione entro il quarto trimestre del 2025.

La separazione della nuova unità di foundry su cui Intel punta molto

Recentemente Intel ha annunciato che trasformerà l’attività di foundry in una sussidiaria indipendente, una mossa che dovrebbe consentire di attrarre finanziamenti esterni. Inoltre, l’azienda si è rivolta a consulenti per proteggersi dagli investitori attivisti, in seguito alla notizia di un possibile interesse di Qualcomm per un’acquisizione.

Tuttavia, un’operazione di questo tipo appare complicata a causa delle normative antitrust.

Il Client Computing Group, che commercializza chip per PC, ha riportato un fatturato di 7,33 miliardi di dollari nel terzo trimestre, in calo del 7% rispetto all’anno precedente e leggermente sotto le previsioni di 7,39 miliardi di dollari, a causa di una normalizzazione delle scorte che potrebbe protrarsi per tutta la prima metà del prossimo anno.

I ricavi del segmento Data Center e AI sono stati di 3,35 miliardi di dollari, in crescita del 9% rispetto ai 3,17 miliardi di dollari previsti. La nuova guidance di Intel ha colpito favorevolmente gli investitori: l’azienda prevede utili rettificati per il quarto trimestre di 12 centesimi per azione e ricavi tra i 13,3 e i 14,3 miliardi di dollari, mentre gli analisti si aspettavano 8 centesimi per azione e 13,66 miliardi di ricavi.

Intel ha anche lanciato i nuovi processori server Xeon 6 e acceleratori Gaudi AI. Sebbene l’adozione di Gaudi sia stata più lenta del previsto, l’azienda punta comunque su questi prodotti, anche se non riuscirà a raggiungere l’obiettivo di fatturato di 500 milioni di dollari per il 2024.

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Roberto Contini
Roberto Contini
Operante nel settore investimenti da più di 30 anni, socio fondatore della Società Italiana di Analisi Tecnica, affiliata all’IFTA dal 1988, ha ricoperto ruoli da analista tecnico e fondamentale in Italia e all’estero ed è stato per 15 anni Responsabile Investimenti prima e successivamente Responsabile Area Advisory in Banca Intermobiliare d’Investimenti e Gestioni (BIM). Skills : Asset allocation, analisi tecnica e fondamentale, Macro View, stock picking

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