Le dichiarazioni di Trump fanno crollare le azioni Taiwan Semiconductor e creano una forte situazione di incertezza nel settore dei semiconduttori

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Flavio Ferrara - Consulente Finanziario Indipendente

Fanno scalpore le dichiarazioni di Donald Trump, ormai considerato da molti come Presidente “in pectore”. Nel suo recente intervento nel podcast “The Joe Rogan Experience”, Trump ha accusato Taiwan di aver “rubato” l’industria dei chip agli Stati Uniti, annunciando che imporrebbe dazi sui chip taiwanesi se venisse rieletto.

Un’iniziativa del genere avrebbe conseguenze devastanti per Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (NYSE:TSMC), leader mondiale nella produzione di chip e fornitore principale per aziende come Nvidia e Apple. A seguito di queste dichiarazioni, le azioni di TSMC hanno subito un calo significativo del 4,3%.

I dazi sui chip di Taiwan avrebbero una reazione a catena

Oltre il 90% dei chip avanzati a livello globale è prodotto da TSMC, secondo UBS. Tutti i maggiori sviluppatori di semiconduttori americani – Amazon, Google, Microsoft, Apple – dipendono fortemente dalla capacità produttiva taiwanese per soddisfare le loro richieste. Intel e Samsung, pur tentando di competere, hanno incontrato vari ostacoli, rendendo TSMC il fulcro della produzione di chip avanzati.

Considerando anche la minaccia di una possibile invasione cinese di Taiwan, molte pressioni sono state esercitate sugli Stati Uniti per costruire alternative locali che possano soddisfare le esigenze produttive.

L’analista di Bernstein, Stacy Rasgon, ha criticato le dichiarazioni di Trump, sostenendo che il focus dovrebbe essere sulla costruzione di infrastrutture di semiconduttori all’avanguardia negli Stati Uniti, piuttosto che sulla questione di un “furto” ipotetico dell’industria. TSMC, per altro, è in procinto di ricevere quasi 7 miliardi di dollari dal Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti per aprire una nuova fabbrica di chip in Arizona, come parte del CHIPS Act, anche se tali fondi saranno resi disponibili solo al raggiungimento di precisi obiettivi produttivi.

L’approccio protezionista di Trump e l’impatto sul settore

Trump ha anche avanzato la proposta di limitare l’accesso di aziende straniere ai fondi governativi per stabilirsi negli USA, introducendo un ulteriore elemento di protezionismo. Gli analisti di Mizuho hanno recentemente osservato che una vittoria di Trump potrebbe significare un netto cambiamento di politiche che svantaggerebbe Taiwan Semiconductor.

Anche gli analisti di Citi sottolineano che dazi sui chip aumenterebbero i costi lungo tutta la filiera, complicando le operazioni di controllo doganale e di gestione dei dispositivi a semiconduttori.

Reazione dei mercati e scenari futuri per il settore dei semiconduttori

Le incertezze legate alle elezioni presidenziali del 5 novembre hanno portato i mercati a valutare con attenzione i rischi associati alle politiche di un’amministrazione più ostile verso Taiwan. Questo è dovuto alla forte dipendenza che Silicon Valley e altre industrie tecnologiche hanno dai chip di TSMC.

In effetti, dichiarazioni simili di Trump fatte all’inizio dell’estate avevano già provocato una significativa perdita di valore dell’ETF VanEck Semiconductor (SMH), e Taiwan Semiconductor aveva subito un calo superiore al 10%. Aziende statunitensi che hanno impianti di produzione, come Intel e Texas Instruments, hanno visto una maggiore stabilità, beneficiando della percezione che un’eventuale vittoria di Trump possa avvantaggiare i produttori locali.

Anche una vittoria della vicepresidente Kamala Harris non garantirebbe, tuttavia, un “via libera” per il commercio di semiconduttori. Le attuali restrizioni imposte dall’amministrazione Biden, specialmente sul fronte delle esportazioni verso la Cina, hanno già limitato il commercio di Nvidia e altre società statunitensi in questo mercato, che precedentemente rappresentava oltre il 25% delle vendite globali di Nvidia. Ora, a causa dei controlli, la Cina è scesa al di sotto del 10% dei ricavi totali di Nvidia.

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Flavio Ferrara
Flavio Ferrara
Consulente Finanziario Indipendente (delibera numero 2046 del 25/10/2022 con matricola n. 631131). Da sempre interessato alla finanza, ha dedicato gli studi nell'analisi tecno-grafica e nell'analisi fondamentale dei Mercati Finanziari. Laureato in Scienze Economiche, ha frequentato diversi corsi di specializzazione tra i quali un Master in Corporate Finance e un corso in Value Investing. Spinto dagli studi e dalla specializzazione in Finanza, ha deciso di iscriversi all’esame OCF, superato con successo, e diventare un Consulente Finanziario Indipendente. La sua esperienza non solo teorica è a disposizione per assistere le persone nel raggiungimento dei loro obiettivi finanziari. Sostiene il concetto di una sana pianificazione finanziaria, in cui gli investitori ottengono rendimenti attraverso il valore creato nell’economia reale.

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