Secondo lo strumento FedWatch del CME, i trader stanno scontando una probabilità del 39% che l’intervallo obiettivo della Fed per il tasso dei fondi federali venga abbassato di mezzo punto percentuale al 4,75%-5% dall’attuale 5,25%-5,50%. Una riduzione di un quarto di punto percentuale a un intervallo dal 5% al 5,25% mostra probabilità di circa il 61%.
Il rapporto sul mercato del lavoro che verrà diramato oggi pomeriggio alle 14.30 potrebbe cambiare di molto queste attese. Il rapporto sui posti di lavoro di inizio agosto ha innescato il timore della “Sahm Rule”, che esamina quanto il tasso di disoccupazione sia aumentato rispetto al minimo di 12 mesi come segno di una recessione imminente. Il mercato è ansioso di vedere se la disoccupazione rimarrà elevata o si modererà nuovamente verso il 4,1%-4,2%.
Tra i trader e gli economisti è aperto il dibattito sulla probabilità che la Fed tagli i tassi di 50 punti base (contro 25 punti base) e il rapporto sul mercato del lavoro di oggi pomeriggio, in particolare i dati Non Farm Payrolls e il tasso di disoccupazione, potrebbe far pendere la bilancia in un modo o nell’altro.
Quale potrebbe essere il dato dei Non Farm Payrolls di oggi?
Per cercare di capire da che parte si muoverà il rapporto Non Farm Payrolls di oggi, possiamo osservare alcuni dati recenti: la componente ISM Manufacturing PMI Employment è salita a 46,0 da 43,4 il mese scorso, mentre la componente ISM Services PMI Employment è scesa a 50,2 da 51,1, e il settore dei servizi ha un peso maggiore sull’economia.
Il rapporto ADP Employment ha mostrato 99.000 nuovi posti di lavoro netti, in calo rispetto alla lettura rivista al ribasso di 111.000 del mese scorso, ma spesso differisce dal Non Farm Payrolls. La media mobile a 4 settimane delle richieste di disoccupazione è scesa a 230.000, in calo rispetto ai 240.000 di agosto.
Questi numeri, rispetto agli standard passati, indicano un dato potenzialmente compreso tra 130.000 e 200.000 Non Farm Payrolls. Anche il dato sui guadagni orari medi sarà attentamente monitorato, poiché è stato dello 0,2% mensile nell’ultimo rapporto NFP.
Forte contrasto di opinioni tra economisti e trader
Secondo Michael Feroli di JPMorgan, la Federal Reserve dovrebbe tagliare i tassi di interesse di 50 punti base nella riunione di settembre per tornare a una politica monetaria neutrale il prima possibile.
Feroli ritiene che il punto più alto dell’impostazione neutrale della banca centrale si trovi intorno al 4%, circa 150 punti base al di sotto dell’attuale livello. Sebbene l’inflazione sia ancora leggermente superiore all’obiettivo, la disoccupazione sembra aumentare, suggerendo che la Fed potrebbe agire con decisione. Feroli, tuttavia, non crede che l’economia sia in difficoltà tale da giustificare un taglio superiore ai 50 punti.
Al contrario, George Lagarias, capo economista di Forvis Mazars, e Mohit Kumar, capo economista finanziario per l’Europa presso Jefferies, ritengono che un taglio più profondo potrebbe spaventare i mercati finanziari. Secondo loro, un taglio di 50 punti base invierebbe un segnale di urgenza non necessario, suggerendo una percezione di rischi imminenti di recessione. Per i due economisti, non ci sono prove sufficienti per giustificare un taglio così aggressivo.
Le scommesse per una riduzione di mezzo punto sono aumentate dopo il rapporto Job Openings and Labor Turnover Survey (JOLTS). Attualmente, i trader stimano una probabilità del 59% di un taglio dei tassi di 25 punti base, e del 41% per una riduzione di 50 punti, secondo lo strumento FedWatch del CME Group.
Riflessi sui mercati finanziari
Per quanto riguarda il mercato obbligazionario, abbiamo già espresso un’opinione favorevole nel nostro recente articolo del 3 settembre (https://www.word2invest.com/2024/09/perche-e-arrivato-il-momento-di-comprare-la-parte-piu-lunga-della-curva-dei-rendimenti-negli-u-s-a/), in cui abbiamo evidenziato il potenziale rialzo dell’ETF TLT, quotato al NYSE, che rappresenta il segmento 20+ dei Treasury USA.
Nel mercato dei cambi, il dollaro USA è sotto pressione rispetto all’euro, spinto dai deboli dati del mercato del lavoro JOLTS e dagli ordini alle fabbriche tedesche superiori alle aspettative.
La Germania ha registrato una crescita del 2,9% negli ordini di fabbrica, ben oltre le previsioni che stimavano un calo dell’1,6%. Negli USA, i dati ISM Manufacturing e PMI dei servizi sono stati inferiori alle attese, contribuendo a mettere pressione sul dollaro.
Il dollaro ha evitato ulteriori ribassi grazie agli ordini di fabbrica statunitensi, cresciuti del 5% rispetto al 4,7% previsto. Tuttavia, il Dollar Index continua a mostrare segni di debolezza, complici anche le previsioni negative sul mercato del lavoro statunitense.
Per quanto riguarda il mercato azionario, avendo già scontato un taglio dei tassi di 25 punti base, potrebbe essere negativamente condizionato da un rallentamento economico più marcato del previsto, nel caso in cui la Fed tagliasse i tassi di 50 punti base.
Un calo così significativo potrebbe far sorgere preoccupazioni sulla sostenibilità degli utili aziendali, in quanto il P/E attuale è già piuttosto elevato e richiede una continua crescita per essere mantenuto.
I Nostri Consigli
1. Prepararsi per diverse reazioni del mercato: Un taglio dei tassi di 0,50% potrebbe essere percepito in maniera molto diversa dai mercati finanziari. Consigliamo di monitorare attentamente le reazioni del mercato azionario, obbligazionario e dei cambi per cogliere opportunità di investimento.
2. Valutare i Treasury USA a lungo termine: Come evidenziato in articoli precedenti, l’ETF TLT, che rappresenta i Treasury USA a lungo termine, potrebbe beneficiare di ulteriori ribassi dei tassi. È un’ottima opportunità per proteggere il capitale in un contesto di potenziali rallentamenti economici.
3. Prendere decisioni prudenziali in borsa: Con le aspettative di rallentamento economico, un P/E elevato nei settori tecnologici potrebbe essere insostenibile. Considera l’opportunità di bilanciare il portafoglio con titoli più difensivi.
4. Seguire attentamente i dati macroeconomici: I rapporti sui posti di lavoro e l’inflazione continueranno a guidare la politica della Fed e, di conseguenza, i mercati. Assicurati di mantenere una strategia flessibile, pronta ad adattarsi ai cambiamenti nei fondamentali economici.
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