Appena una settimana fa, nella riunione del 19 settembre, la Banca Popolare Cinese (P.B.O.C.) aveva mantenuto invariati i suoi principali tassi di prestito di riferimento, sorprendentemente disattendendo le aspettative di gran parte degli economisti e degli investitori, i quali avevano previsto una riduzione dei tassi.
L’opinione prevalente era che il recente taglio dei tassi della Federal Reserve avesse offerto alla Cina maggiore margine per ridurre i propri costi di prestito senza esercitare troppa pressione sullo yuan.
Tuttavia, la decisione della P.B.O.C. aveva creato un’ondata di incertezza tra gli investitori, portando molti a temere un rallentamento della già fragile ripresa economica cinese.
Pochi giorni dopo, la P.B.O.C. è stata costretta a intervenire con misure di emergenza, in netta contraddizione con la sua decisione precedente del 19 settembre. In una riunione straordinaria tenutasi lunedì 23 settembre, la Banca Centrale ha annunciato un taglio del coefficiente di riserva obbligatoria per le banche di 50 punti base, pur senza specificare esattamente quando la misura entrerà in vigore.
Inoltre, è stato comunicato che il tasso di riacquisto inverso a sette giorni sarebbe stato ridotto dall’1,7% all’1,5%. Il Presidente della P.B.O.C. ha anche dichiarato che il tasso primario sui prestiti potrebbe essere ridotto di 0,2-0,25 punti percentuali, senza però precisare se questo taglio riguarderà l’LPR a un anno o quello a cinque anni.
Attualmente, l’LPR a un anno è fissato al 3,35%, mentre quello a cinque anni si trova al 3,85%. Tra le altre misure, è stato annunciato un allentamento degli acconti per l’acquisto di seconde case e l’introduzione di un piano di stimolo pari a 1 trilione di yuan (circa 141,78 miliardi di dollari) in fondi a lungo termine.
Reazione immediata degli investitori
In seguito all’annuncio di queste misure da parte della P.B.O.C., i mercati hanno reagito positivamente. La notizia è stata ulteriormente rafforzata dai media statali, che hanno riportato che il Presidente cinese Xi Jinping, durante una riunione del Politburo, ha riaffermato l’impegno del governo a sostenere con fermezza l’economia attraverso politiche fiscali e monetarie mirate.
I membri del Politburo hanno inoltre discusso la necessità di fermare il declino del mercato immobiliare, promettendo di prolungare di altri due anni le misure di supporto già esistenti per il settore.
Queste dichiarazioni hanno acceso i mercati finanziari. Le azioni cinesi, insieme a quelle quotate a Hong Kong, hanno registrato una crescita significativa, con l’indice Hang Seng Property Development and Management che è aumentato del 14%. Nel frattempo, il CSI 300 della Cina continentale ha visto il suo miglior giorno in oltre quattro anni, dopo che la P.B.O.C. ha comunicato la sua strategia in un raro briefing condotto dal governatore Pan Gongsheng.
Questo rally ha dimostrato che, nonostante i timori iniziali, il mercato ha accolto con favore le misure adottate dal governo cinese per rilanciare l’economia e sostenere il settore immobiliare, che da mesi mostrava segnali di crisi.
La necessità di stimoli monetari e fiscali
Nonostante le misure intraprese, la Cina non è ancora riuscita a recuperare completamente dalla crisi economica scatenata dalla pandemia di Covid-19. I dati relativi ai prezzi delle case su base annua hanno mostrato il calo più rapido degli ultimi nove anni, confermando una crisi prolungata del settore immobiliare, che ha contribuito a ridurre la fiducia sia dei consumatori che delle imprese.
I dati economici pubblicati il 14 settembre hanno rivelato un quadro ancor più desolante: vendite al dettaglio, produzione industriale e investimenti urbani sono stati tutti al di sotto delle aspettative del consensus. Il tasso di disoccupazione urbana ha raggiunto il livello più alto degli ultimi sei mesi, mentre i prezzi delle case continuano a calare. Questi risultati sottolineano come l’economia cinese stia affrontando una ripresa estremamente debole dalla pandemia, e mettono in evidenza la necessità di ulteriori stimoli sia monetari che fiscali per evitare un ulteriore rallentamento.
In risposta a questi dati, il governo cinese e la P.B.O.C. hanno accelerato le loro politiche di stimolo economico. Tuttavia, nonostante queste azioni, diverse grandi banche d’investimento hanno rivisto al ribasso le previsioni di crescita del PIL cinese per il 2024, ponendosi sotto l’obiettivo ufficiale del 5% fissato dal governo. Questo ridimensionamento delle previsioni di crescita potrebbe avere ripercussioni sui mercati finanziari globali, dato che la Cina continua a essere una delle principali locomotive dell’economia mondiale.
In conclusione, le recenti misure della P.B.O.C. e le dichiarazioni del governo cinese dimostrano la determinazione a rilanciare l’economia del paese. Tuttavia, resta da vedere se queste iniziative saranno sufficienti per riportare la Cina su un sentiero di crescita sostenuta, o se saranno necessarie ulteriori azioni nei prossimi mesi per evitare una crisi economica più grave.
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