Nel mercato dei future sui fondi federali, i trader prezzavano ieri una probabilità dell’85% che, alla riunione del 17-18 settembre, il FOMC approvi un taglio dei tassi di solo 0,25%, ovvero 25 punti base. Questo scenario è un chiaro cambiamento rispetto a un mese fa, quando il mercato sembrava orientato verso un taglio di 50 punti base.
Nel nostro articolo del 6 settembre avevamo evidenziato come lo strumento FedWatch del CME Group avesse stimato una probabilità del 39% per un taglio di mezzo punto. L’ultimo rapporto sul mercato del lavoro, pubblicato venerdì scorso, era atteso con grande interesse poiché avrebbe potuto influire notevolmente sulle aspettative dei trader ed economisti.
Il timore legato alla cosiddetta “Sahm Rule”, che esamina l’aumento del tasso di disoccupazione rispetto al minimo degli ultimi 12 mesi come segno di recessione, aveva acceso il dibattito tra gli analisti sulle probabilità di un taglio di 50 punti base rispetto ai 25 punti base ora più probabili.
Come si sono mossi i dati chiave sul mercato del lavoro e sull’inflazione?
Il mercato del lavoro
Venerdì scorso, il Bureau of Labor Statistics ha pubblicato dati sul mercato del lavoro leggermente inferiori alle previsioni. I Non Farm Payrolls, che misurano la creazione di posti di lavoro negli Stati Uniti, sono aumentate di 142.000 ad agosto, un dato inferiore al consensus di 161.000, ma superiore ai due mesi precedenti. Il tasso di disoccupazione è sceso leggermente al 4,2%, e la crescita occupazionale ha mostrato un miglioramento rispetto a luglio.
I salari, inoltre, sono aumentati dello 0,4% rispetto al mese precedente, un segnale positivo per la propensione al consumo. Questi numeri, insieme alle previsioni del GDP Now della Fed di Atlanta, che indicano una crescita del 2% per l’intero 2024, hanno dissipato i timori di una possibile recessione. Come ha sottolineato il ministro del Tesoro Janet Yellen, l’economia statunitense si sta muovendo verso un soft landing.
L’inflazione
Il rapporto sull’inflazione di agosto, pubblicato ieri, ha mostrato un calo ai minimi da febbraio 2021, ma anche un leggero aumento in una misura chiave, confermando le aspettative di un taglio dei tassi di 0,25% da parte della Federal Reserve.
L’indice dei prezzi al consumo (IPC), una misura ampia dei costi di beni e servizi, è aumentato dello 0,2% mensile, portando l’inflazione annuale al 2,5%, leggermente al di sotto della previsione del 2,6%. Tuttavia, l’indice dei prezzi al consumo di base (IPC Core), che esclude i costi di cibo ed energia, è salito dello 0,3% per il mese, sopra le stime dello 0,2%. Su base annuale, il IPC Core è rimasto al 3,2%, in linea con le previsioni.
L’aumento del core CPI suggerisce che la Fed manterrà un approccio prudente, limitando la possibilità di un taglio dei tassi più aggressivo. I costi legati all’edilizia abitativa, che costituiscono circa un terzo dell’indice CPI, sono saliti dello 0,5% e rappresentano il 70% dell’aumento del core CPI. Tuttavia, i costi energetici sono diminuiti dello 0,8%, e la recente caduta del prezzo del petrolio lascia presagire ulteriori cali il mese prossimo.
Come abbiamo indicato in precedenza nel nostro articolo sulle commodities, i prezzi dei prodotti alimentari sono aumentati solo dello 0,1%, nonostante un balzo dei prezzi delle uova del 4,8%. I guadagni reali sono migliorati, con i guadagni orari medi che hanno superato l’aumento dell’indice CPI, registrando un incremento annuo dell’1,3%.
Cosa indicano questi dati per la Fed?
Nonostante i numeri del mercato del lavoro e dell’inflazione abbiano attenuato le aspettative per un taglio più aggressivo, i mercati hanno già iniziato a prezzare tassi di interesse più bassi. I rendimenti dei Treasury, soprattutto quelli a 2 e 10 anni, sono scesi ai livelli più bassi in oltre un anno, segnalando che gli investitori si aspettano un rallentamento economico.
Un indicatore noto come curva dei rendimenti invertita si è recentemente appiattito, suggerendo sia tagli dei tassi da parte della Fed che un rallentamento economico imminente. Tuttavia, la maggior parte degli analisti concorda sul fatto che questo rallentamento si tradurrà probabilmente in un soft landing piuttosto che in una recessione.
I Nostri Consigli:
- Monitorare attentamente la riunione del FOMC: La conferenza stampa della Fed fornirà indicazioni cruciali su possibili ulteriori tagli entro la fine dell’anno.
- Investimenti in obbligazioni a lungo termine: Con i rendimenti dei Treasury ai minimi da un anno, potrebbe essere un buon momento per considerare ETF su obbligazioni a lungo termine.
- Rimanere aggiornati sugli sviluppi macroeconomici: Gli investitori devono tenere d’occhio eventuali cambiamenti nei dati sull’inflazione e sull’occupazione, poiché potrebbero influenzare la politica monetaria della Fed nei prossimi mesi.
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