Come tutti sanno, al contrario della BCE, la FED ha un duplice mandato: controllare l’inflazione e stimolare la crescita in caso di rallentamento o recessione. I dati della settimana scorsa sul GDP del secondo trimestre 2024 e il dato mensile sul P.C.E.D hanno evidenziato due processi molto chiari: il GDP sta crescendo vigorosamente e il processo di disinflazione continua, senza tuttavia accelerare.
In un recente scritto, Edward Yardeni, uno dei più stimati economisti indipendenti a Wall Street, ha evidenziato che i mercati finanziari e la maggior parte degli economisti sembrano concordare sul fatto che la prossima mossa della Fed sarà quella di tagliare il tasso sui fondi federali (FFR) di 25 punti base dopo la riunione del FOMC del 17-18 settembre.
Tuttavia, c’è ancora un dibattito sul fatto che la politica monetaria restrittiva operi con un ritardo “lungo e variabile”, richiedendo quindi più tagli dei tassi quest’anno per evitare una recessione più avanti quest’anno o nel 2025.
Quali sono i rischi di un taglio dei tassi in questo momento?
Secondo Yardeni, se la Fed diventa troppo accomodante, si potrebbe assistere a una nuova fiammata dell’inflazione nel 2025, in particolare se il presidente Donald Trump vince un secondo mandato alla Casa Bianca ed estende i suoi tagli fiscali del 2017 oltre il 2025 e aumenta i dazi sulle importazioni cinesi.
Questa è un’incognita che durerà almeno fino alle elezioni presidenziali di novembre. Al Forum della Banca centrale europea del 2 luglio sulle banche centrali a Sintra, in Portogallo, il presidente della Fed Jerome Powell ha ricordato che il livello di debito che abbiamo non è insostenibile, ma il percorso che stiamo seguendo è insostenibile, perché accumulare grandi deficit durante periodi di congiuntura favorevole, quando l’economia è a piena occupazione, non può continuare all’infinito.
Prima o poi il problema dovrà essere affrontato, e sarà meglio che avvenga prima che poi. Questo è un forte monito a un’eventuale politica di taglio delle tasse che potrebbe essere operato dopo l’elezione di Trump.
Divergenza tra le aspettative dei futures sui Fed Funds e i rendimenti dei Treasury notes a 2 e 10 anni
C’è una divergenza tra le prospettive per i tassi di interesse che deve essere risolta. Il mercato dei future sui tassi dei fondi federali sta attualmente prevedendo cinque tagli di 25 punti base nel FFR nei prossimi 12 mesi.
Il rendimento dei titoli del Tesoro a 2 anni suggerisce che sono probabili tre tagli dei tassi nello stesso periodo. Il rendimento dei titoli del Tesoro a 10 anni ha oscillato intorno al 4,25% da quando è stato segnalato il tasso di inflazione CPI di giugno inferiore alle attese l’11 luglio e il P.C.E.D. del 26 luglio.
Sta cioè scontando i tagli dei tassi più avanti quest’anno, ma forse meno di quanto ampiamente previsto.
Al massimo Yardeni si aspetta un taglio prima della fine dell’anno e non a settembre e di conseguenza non si aspetta di vedere il rendimento dei titoli del Tesoro a 10 anni scendere sotto il 4,00% nel resto dell’anno.
La differenza tra le prospettive per la politica monetaria di Yardeni e la visione di consenso è che Yardeni non crede o teme che ci siano ritardi lunghi e variabili tra la politica monetaria restrittiva in atto da 2 anni e il suo impatto sull’economia. La visione di Yardeni per il momento si sta dimostrando corretta, perché è stato finora uno dei pochi economisti che non ha previsto la recessione da due anni a questa parte, malgrado la curva dei rendimenti sia stata a lungo negativa, e questa visione sembra destinata a prevalere se l’economia riesce a riprendersi dalla sua recente fase di debolezza e continua a mostrare la sua forza di fondo.
Di sicuro, il modello di monitoraggio GDPNow della Fed di Atlanta mostra attualmente un PIL reale in aumento del 2,7%, rispetto alla sua stima del 3 luglio dell’1,5%, quindi il rischio di aumentare la liquidità potrebbe essere anche un rischio di “overheating” che alimenti l’esuberanza irrazionale degli investitori.
Il rischio politico e quello geopolitico
L’esito delle elezioni Presidenziali negli U.S.A. è alquanto incerto e il rischio di uno stallo politico di un paio di mesi dopo le elezioni è quanto di peggio possano temere i mercati finanziari.
Il secondo rischio è la politica inflattiva che sarebbe una caratteristica dell’eventuale Governo Trump. In ogni caso la FED deve mantenere un’equidistanza dal potere politico, non può tagliare i tassi per favorire la volata finale dei DEM o alzarli subito dopo l’elezione di Trump, per intenderci.
Powell ha minimizzato qualsiasi preoccupazione sull’indipendenza della banca centrale che potrebbe sorgere se Trump dovesse essere rieletto, affermando non sta affatto pensando a rialzare i tassi dopo l’eventuale elezione di Trump.
Powell ha anche affermato che il sostegno all’indipendenza della Fed è molto alto dove conta davvero a Capitol Hill in entrambi i partiti politici. Ha concluso sottolineando la sua attenzione nel fare bene il lavoro e mantenere l’attuale traiettoria economica.
Tra i rischi geopolitici vanno annoverati l’allargamento della guerra in Medio Oriente, che dopo i fatti di sabato sembra ormai inevitabile. Un allargamento potrebbe finire per coinvolgere direttamente l’Iran e non a caso la portaerei Roosevelt e la flotta che l’accompagna si sono posizionate davanti alle acque del Golfo Persico a protezione degli alleati Arabi più moderati e per garantire il normale flusso di esportazioni di petrolio.
Il secondo rischio geopolitico è di natura informatica, perché ci sono stati recentemente due eventi molto significativi.
Il blocco di Crownstrike che ha subito una grave interruzione a seguito di un problema con un aggiornamento software e che ha temporaneamente interrotto i sistemi informatici di compagnie aeree, banche, ospedali e innumerevoli altri sistemi critici in tutto il mondo.
Il blocco dei treni ad alta velocità in Francia, sabotati da un cyber attack nel giorno di inaugurazione delle Olimpiadi.
Questi fatti evidenziano il rischio informatico come una preoccupazione significativa anche per la FED. A questo proposito Powell ha dichiarato che le Banche centrali sanno come gestire il rischio di credito e le disfunzioni del mercato, ma un grande attacco informatico riuscito a un mercato finanziario, a un’azienda di servizi pubblici o a una banca è una preoccupazione importante.
Consigli per gli Investitori
- Monitorare le Decisioni della FED: Gli investitori dovrebbero tenere d’occhio le decisioni della Federal Reserve riguardanti i tassi di interesse e le politiche monetarie.
- Diversificare il Portafoglio: Considerare una diversificazione tra asset sicuri e più rischiosi può aiutare a mitigare eventuali perdite dovute a cambiamenti improvvisi nelle politiche monetarie.
- Valutare l’Impatto delle Elezioni: Le elezioni presidenziali USA possono influenzare notevolmente i mercati finanziari. Essere pronti a reagire a qualsiasi esito è cruciale.
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