Secondo la prima delle tre stime fatte dal Dipartimento del Commercio, l’attività economica negli Stati Uniti è stata più forte del previsto durante il secondo trimestre, sostenuta dai forti consumi, dalla spesa pubblica e da un considerevole accumulo di scorte.
Il prodotto interno lordo reale, una misura di tutti i beni e servizi prodotti nel periodo aprile-giugno, è aumentato a un ritmo annualizzato del 2,8% adeguato alla stagionalità e all’inflazione.
Il consensus degli economisti prevedeva una crescita del 2,1% dopo un aumento dell’1,4% nel primo trimestre. Le spese per consumi personali, il principale indicatore nel rapporto del Bureau of Economic Analysis per l’attività dei consumatori, ha accelerato la crescita al 2,3% nel trimestre, rispetto all’1,5% nel primo trimestre.
Sia la spesa per servizi che quella per beni hanno registrato aumenti nel trimestre. Va considerato però che le scorte hanno fornito un contributo significativo, aggiungendo 0,82% al tasso di crescita complessiva. Anche la spesa pubblica ha contribuito positivamente, aumentando del 3,9% a livello federale, in cui hanno fatto la parte del leone le spese per la difesa, aumentate del 5,2%.
Forte Crescita e Continuazione del Processo Disinflattivo
Sul fronte dell’inflazione, l’indice dei prezzi delle spese per consumi personali, una misura chiave per la Federal Reserve, è aumentato del 2,6% nel trimestre, in calo rispetto alla crescita del 3,4% nel primo trimestre.
Escludendo cibo ed energia, i prezzi core PCE, su cui la Fed si concentra ancora di più come indicatore di inflazione a lungo termine, sono aumentati del 2,9%, rispetto a un aumento del 3,7% nel periodo precedente.
Il cosiddetto indice dei prezzi ponderato a catena, che tiene conto dei cambiamenti nel comportamento dei consumatori, è aumentato del 2,3% per il trimestre, al di sotto della stima del 2,6%. Un’altra variabile chiave, le vendite finali ad acquirenti privati domestici, che la Fed considera un buon indicatore della domanda sottostante, hanno accelerato ad un ritmo del 2,6%, lo stesso del trimestre precedente.
Meno positivo è il tasso di risparmio personale, che continua a rallentare, fermandosi al 3,5% per il trimestre, rispetto al 3,8% del primo trimestre. L’ultimo rapporto della Federal Reserve di Filadelfia di mercoledì 24 luglio, ha mostrato che i saldi delle carte di credito sono al massimo storico per i dati risalenti al 2012. Anche i saldi del debito rotativo hanno raggiunto un nuovo massimo nonostante le banche abbiano segnalato un inasprimento degli standard di credito e un calo delle nuove emissioni di carte.
Malgrado tutto, le vendite al dettaglio i numeri hanno continuato a salire, indicando che i consumatori stanno resistendo ai venti contrari degli alti tassi di interesse e dell’inflazione persistente. Continua la pressione nel mercato immobiliare perché i prezzi delle case continuano a salire, anche se il volume delle vendite è in calo.
L’Importanza della Crescita del GDP in Vista delle Prossime Elezioni Presidenziali e il Ruolo della FED
Il ministro del Tesoro ed ex Presidente della Fed, Janet Yellen, ha sottolineato la continuità della crescita, accompagnata da una progressiva discesa del tasso di inflazione. Questo è sicuramente il maggior punto a favore dell’amministrazione Biden e che potrà giocare un ruolo non indifferente al momento della votazione per le elezioni Presidenziali.
Di solito le elezioni negli U.S.A. si vincono o si perdono sui temi economici e il candidato democratico dovrà cercare di sfruttare al massimo questa favorevole situazione economica.
Nel prossimo FOMC di fine luglio, si prevede che i tassi di interesse rimarranno stabili, mentre il mercato punta al primo taglio in quattro anni nella riunione di settembre. Riteniamo che questa decisione non sia così scontata come pensa il mercato, perché peseranno molteplici fattori politici e geopolitici.
Di fatto una decisione di taglio dei tassi favorirebbe il candidato “incumbent”, il Vice Presidente Kamala Harris, mentre Trump ha già dichiarato che non confermerà Powell alla Presidenza della FED.
Quindi, in teoria, l’attuale Presidente dovrebbe sentirsi sciolto da ogni conseguenza politica che possa derivare dalle scelte sui tassi, ma in realtà c’è una forte tradizione della FED di non operare scelte di politica monetaria in prossimità delle elezioni Presidenziali e un dato così forte sul GDP significa anche che non c’è tutta questa urgenza di tagliare i tassi e la Fed potrebbe tranquillamente aspettare qualche mese ancora.
Consigli per gli Investitori
- Monitorare l’Andamento Economico: Gli investitori dovrebbero tenere d’occhio i dati macroeconomici come il GDP e l’inflazione per capire le tendenze future.
- Diversificazione del Portafoglio: Considerare una diversificazione tra asset sicuri e più rischiosi può aiutare a mitigare eventuali perdite dovute a cambiamenti improvvisi nelle politiche monetarie.
- Valutare i Settori Beneficiati: Alcuni settori, come quello tecnologico e difensivo, potrebbero beneficiare di un contesto di tassi di interesse stabili o in calo.
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