Per contestualizzare quanto sta succedendo in Australia, dove il ministro dell’economia ha bloccato la scalata cinese a Northern Minerals, vanno ricordate le crescenti tensioni tra Cina e Occidente, una vera e propria guerra fredda che ha trasformato la geopolitica delle materie prime critiche, compresi gli elementi delle terre rare.
Gli elementi delle terre rare sono un gruppo di 17 elementi chimici considerati critici per la digitalizzazione e la transizione energetica.
Sebbene definiti “rari”, in realtà non sono rari nella crosta terrestre e possono essere trovati in molti luoghi. Le terre rare hanno proprietà magnetiche, ottiche ed elettroniche uniche che le rendono strategiche per molti usi come turbine eoliche, pannelli solari, veicoli elettrici, schermi LED e LCD, dischi rigidi, cavi in fibra ottica, catalizzatori, leghe di acciaio, tecnologie dell’idrogeno e tutti i tipi di motori elettrici per automobili, giocattoli o droni.
Le terre rare non sono strategiche solo per le batterie eoliche, solari o elettriche, ma anche per la difesa e l’ingegneria aerospaziale, specificamente per produrre aerei, missili, satelliti e sistemi di comunicazione.
Gli USA e le altre potenze occidentali si difendono dall’accaparramento di terre rare da parte della Cina
Negli ultimi anni, gli Stati Uniti hanno iniziato una strategia per mettere in sicurezza la catena di approvvigionamento, intensificando l’attività estrattiva nazionale, col ripristino del sito di Mountain Pass in California, stabilendo anche di trattare direttamente il minerale anziché inviarlo in Cina.
Si stanno esplorando nuovi giacimenti in luoghi come Bear Lodge nel Wyoming. È stato varato anche l’Inflation Reduction Act, con cui il governo USA impone ai produttori di auto elettriche di procurarsi almeno il 40% del contenuto minerale delle loro batterie dagli Stati Uniti o dai loro alleati, percentuale che salirà all’80% entro il 2027.
Il governo USA sta inoltre facendo pressione sugli alleati per ridurre il commercio con la Cina e competere per i minerali in altre parti del mondo.
L’Unione Europea sta sviluppando progetti di estrazione di terre rare in Svezia, Finlandia, Spagna e Serbia.
Recentemente, la Commissione UE ha presentato il Critical Raw Materials Act, che stabilisce l’obiettivo di raggiungere il 10% di estrazione di minerali critici entro il 2030, con il 40% di lavorazione dai paesi europei.
È stato stabilito il limite del 65% di materie prime strategiche provenienti da paesi extra UE. La Cina continua la sua politica di accaparramento delle terre rare, sviluppando progetti minerari in Asia, Africa e America Latina.
Come reazione alle restrizioni di USA e UE, nell’estate del 2023 la Cina ha imposto controlli sulle esportazioni di gallio e germanio, componenti critici delle celle solari, delle fibre ottiche e dei microchip utilizzati nei veicoli elettrici, nell’informatica quantistica e nelle telecomunicazioni.
Il risultato di questo provvedimento è stato che le esportazioni di questi minerali sono crollate da quasi 9 tonnellate a zero.
La guerra si è spostata in Australia
Il ministro dell’economia australiano, Jim Chalmers, ha ordinato a diversi investitori legati alla Cina di cedere le azioni della società mineraria di terre rare Northern Minerals per motivi di interesse nazionale.
Northern Minerals è diventata strategica da quando ha cominciato a sviluppare nell’Australia occidentale il progetto “Browns Range” per la ricerca ed estrazione di terre rare pesanti.
Chalmers ha dato 60 giorni di tempo al Fondo Yuxiao per rivendere 80 milioni di azioni acquistate a settembre. Yuxiao Fund, il veicolo di investimento privato registrato a Singapore del cittadino cinese Wu Yuxiao, aveva chiesto nel 2022 l’approvazione del Foreign Investment Review Board (FIRB) per aumentare la sua quota azionaria in Northern Minerals dal 9,81% al 19,9%, richiesta poi rifiutata nel 2023.
Nel complesso, il numero di azioni da cedere ammonta a circa il 10,4% del capitale azionario emesso di Northern Minerals, che, sommato alle partecipazioni del Fondo Yuxiao, si avvicinerebbe al 20%, soglia oltre la quale è obbligatorio dichiarare le proprie intenzioni ai sensi della legge australiana sulle acquisizioni.
La tranche di azioni era stata acquistata da un fondo controllato da Wu Tao, presidente del gruppo Jinan Yuxiao con sede in Cina.
Il ministro dell’Economia ha emesso un’ordinanza che obbliga Yuxiao Fund Pte Ltd e quattro associati a ridurre le loro partecipazioni in Northern Minerals.
Il progetto di sviluppo Browns Range servirà per rifornire la raffineria di terre rare Eneabba di Iluka Resources in costruzione nell’Australia occidentale.
Il governo australiano sta collaborando con USA e UE per sviluppare la propria industria mineraria, per consentire all’Occidente di diversificare dal produttore dominante, la Cina. Il governo australiano controlla gli investimenti esteri in settori chiave per la sicurezza nazionale, compresi i minerali critici, e ha bloccato alcuni accordi cinesi, creando chiaramente una situazione di tensione con il governo cinese, il cui premier Li Qiang arriverà in Australia alla fine di giugno per una visita ufficiale.
La Cina ha dichiarato di sperare che l’Australia garantisca che il suo contesto di mercato non discrimini le imprese cinesi, mentre il ministero dell’economia australiano ha risposto affermando che le normative sugli investimenti esteri in Australia non discriminano alcuna nazione in particolare, ma rispondono solamente all’interesse nazionale.
La posizione dominante della Cina nel settore delle terre rare
Secondo l’US Geological Survey, nel 2022 la Cina deteneva il 70% della produzione globale di terre rare, seguita dagli Stati Uniti con il 14,3%, Australia con il 6%, Myanmar con il 4%, Thailandia con il 2,4% e Vietnam con l’1,4%.
Dopo la Cina, le seconde maggiori riserve si trovano in Vietnam, seguite da Russia e Brasile. In termini di lavorazione, la Cina rappresenta l’87% del mercato totale, seguita dalla Malesia con il 12% (principalmente da Lynas Rare Earths, una società australiana), e dall’Estonia con solo l’1%. In Cina, una mega-società – China Rare-Earths Group – controlla il 70% della produzione di terre rare del paese.
Le principali società che estraggono terre rare a livello globale sono Lynas Corporation, Iluka, Alkane Resources (tutte e tre con sede in Australia), Shenghe Resources (con sede in Cina) e Molycorp (con sede negli Stati Uniti).
L’australiana Lynas Rare Earths Ltd ha firmato nel 2022 un accordo con il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti per costruire un impianto di separazione delle terre rare in Texas, che dovrebbe essere operativo nel 2025.
I Nostri Consigli
Crediamo che gli investimenti nel settore delle terre rare possano convenire essenzialmente a due tipi di investitore:
- Chi cerca opportunità di crescita a lungo termine: Investitori che puntano su aziende in grado di beneficiare delle tensioni geopolitiche e degli incentivi governativi, pronti a gestire le fluttuazioni di mercato.
- Chi cerca diversificazione: Investitori che desiderano diversificare il proprio portafoglio includendo azioni di aziende nel settore delle materie prime critiche, che offrono una protezione contro le fluttuazioni di mercato.
Se l’investitore volesse cambiare i piani in anticipo, potrà comunque modificare la propria allocazione con una flessibilità relativa, adattandosi alle nuove condizioni di mercato senza significative penalizzazioni.
Per questo siamo qui…
Flavio Ferrara – Consulente Finanziario Indipendente, è qui per aiutare le persone a investire diversamente, partendo da ciò che sappiamo di non sapere e usando un linguaggio semplice, pacato e coinvolgente.