Intel la ristrutturazione procede secondo i piani, anche se il mercato non ci vuole credere

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Flavio Ferrara - Consulente Finanziario Indipendente

Malgrado ieri sera Intel ha riportato utili del primo trimestre superiori rispetto alle aspettative di consensus, al mercato non sono piaciuti i dati sul fatturato e la guidance debole per il trimestre in corso.

In un momento di “rigetto” per la tecnologia, dopo la sbornia dei mesi scorsi, queste dichiarazioni del management di Intel sono state male interpretate e le azioni Intel sono scese dell’8% nell’After Hours.

Nello specifico, Intel (Nasdaq:INTC) ha riportato 18 centesimi di EPS rettificati rispetto ai 14 centesimi previsti, mentre i ricavi hanno raggiunto i 12,72 miliardi di dollari rispetto ai 12,78 miliardi di dollari previsti per il secondo trimestre.

La guidance per il trimestre in corso prevede EPS rettificati di 10 centesimi per azione su un fatturato di 13 miliardi, mentre il consenso previsto dagli analisti era di 25 centesimi di EPS su 13,57 miliardi di dollari di ricavi.

Non si è dato il giusto peso al fatto che la ristrutturazione procede speditamente, tanto che nel primo trimestre, Intel ha registrato una perdita netta di 400 milioni di dollari, o 9 centesimi per azione, contro una perdita netta di 2,8 miliardi di dollari, o 66 centesimi per azione, dello scorso anno, mentre i ricavi sono aumentati del 9% su base annua, raggiungendo i12,7 miliardi di dollari contro 11,7 miliardi di dollari di un anno fa.

Malgrado gli sviluppi dell’AI il settore dei semiconduttori rimane un settore early ciclical

Questo è stato il primo trimestre in cui la di produzione di chip, denominata Intel Foundry, rappresenta una voce separata con costi e vendite propri. Intel Foundry ha registrato ricavi per 4,4 miliardi di dollari, con una perdita operativa di 2,5 miliardi di dollari durante il trimestre, confermando la debolezza del settore che è già era apparsa nei dati di TMSC e ASML.

L’unità Foundry aveva registrato una perdita operativa di 7 miliardi di dollari nel 2023.

Molto bene invece il segmento dei chip che produce per PC e laptop, con ricavi per 7,5 miliardi di dollari, in crescita del 31% rispetto all’anno precedente, e il segmento dei processori centrali per server, nonché altre parti e software, con ricavi aumentati del 5% a 3 miliardi di dollari, anche se Intel non ha ancora messo in commercio un nuovo processore AI per server chiamato Gaudi 3, destinato a competere con le popolari unità di elaborazione grafica di Nvidia.

Intel ha dichiarato di aspettarsi l’inizio della commercializzazione di Gaudi tra il terzo e quarto trimestre e di aspettarsi più di 500 milioni di dollari di vendite dai suoi chip Gaudi 3 entro la fine del 2024.

Il mercato non accetta i tempi della ristrutturazione e vorrebbe risultati immediati

La svolta nei conti di Intel non può essere nel 2024 perché il nuovo prodotto di punta per l’AI, denominato Gaudi 3, che secondo Patrick Gelsinger, CEO di Intel, sarà disponibile per i clienti al più presto nel terzo trimestre, forse ad inizio del quarto trimestre.

Ci si aspetta che Gaudi 3, rispetto alla GPU H100 di Nvidia, possa produrre 4 volte le prestazioni di calcolo IA con il formato BF16, incrementando la bandwidth di memoria del 50% e la bandwidth di rete di 2 volte e consumando meno energia della GPU di Nvidia.

Gaudi 3 sarà disponibile anche in configurazioni, tra cui un pacchetto di otto chip su una scheda madre o una scheda che può essere inserita nei sistemi esistenti.

Intel ha affermato che i nuovi chip Gaudi 3 e che aziende, tra cui Dell, HP e Supermicro costruiranno sistemi con i chip. Intel intende offrire il nuovo chip Gaudi 3 ad un prezzo che sia altamente competitivo” con gli ultimi chip di Nvidia, offrendo anche la caratteristica rete aperta e integrata su chip, con un Ethernet standard del settore.

Come abbiamo evidenziato nel nostro recente articolo del 10 aprile scorso https://www.word2invest.com/2024/04/intel-ha-presentato-il-suo-ai-chip-riuscira-a-guadagnare-quote-di-mercato-a-nvidia/

un’altra componente molto importante della ristrutturazione di Intel è che, oltre a progettare Gaudi 3, Intel prevede anche di produrre chip AI, potenzialmente per aziende esterne, in una nuova fabbrica dell’Ohio che dovrebbe aprire nel 2027 o 2028 Intel sta intensificando le proprie attività di Foundry e punta a diventare la seconda Foundry più grande entro il 2030 e gran parte del piano dipende dal processo Intel 18A.

Previsto per essere pronto per la produzione entro l’inizio del 2025, Intel prevede che questo processo supererà il processo a 2 nm di TSMC, che dovrebbe entrare nella produzione in volume qualche tempo dopo Intel 18A.

Da un punto di vista tecnologico, Intel sarà in grado di fornire l’erogazione di potenza sul retro, in modo da consentire un aumento delle prestazioni o una maggiore efficienza energetica.

Può essere interessante in questo momento acquistare azioni Intel approfittando di questo ribasso?

Comprare azioni Intel, in questo momento, è una scommessa ragionata sul successo del processo di ristrutturazione, anche se ‘contrarian’ rispetto alla view di mercato.

Vanno valutati anche i rischi geopolitici della produzione di chip di alta fascia a Taiwan e Intel, in accordo con l’amministrazione Biden, ha aperto e sta aprendo fabbriche nei paesi occidentali.

Questo processo richiede forti investimenti e i frutti si vedranno probabilmente tra un paio di anni.

Il mercato vuole tutto e subito e non ha tempo per aspettare, ma con un Ev/Ebitda forward di 8,43 e di 6,6 sui risultati attesi per il 2026, la valutazione di Intel è decisamente interessante e lascia spazio per acquisti in un’ottica di medio termine, soprattutto se la debolezza delle azioni Intel si dovesse accentuare.

Va anche tenuto conto della forte leva in caso di successo della ristrutturazione perché con un Ev/sales forward di 2,9, considerati i margini operativi che può raggiungere un’azienda come Intel (nei cicli positivi passati superava il 60% di margine operativo).

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Roberto Contini
Roberto Contini
Operante nel settore investimenti da più di 30 anni, socio fondatore della Società Italiana di Analisi Tecnica, affiliata all’IFTA dal 1988, ha ricoperto ruoli da analista tecnico e fondamentale in Italia e all’estero ed è stato per 15 anni Responsabile Investimenti prima e successivamente Responsabile Area Advisory in Banca Intermobiliare d’Investimenti e Gestioni (BIM). Skills : Asset allocation, analisi tecnica e fondamentale, Macro View, stock picking

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