L’economia cinese ha dato un lieve segno di risveglio, in base all’’indice ufficiale dei responsabili degli acquisti (PMI) della Cina pubblicato il 31 marzo.
L’indice PMI è salito a 50,8 a marzo da 49,1 di febbraio, al di sopra della soglia di 50 che separa la crescita dalla contrazione e superando una previsione media di 49,9.
Il PMI cinese mostra che l’attività manifatturiera cinese ha girato in positivo nel mese di marzo, per la prima volta negli ultimi sei mesi, sebbene il ritmo di crescita sia stato modesto.
Il livello di 50,8 dell’indice PMI rappresenta comunque il dato più alto da marzo 2023, quando lo slancio derivante dalla revoca delle severe restrizioni legate al Covid-19 aveva cominciato a rallentare.
Il dato lascia intravedere che la domanda e l’offerta interna sono in fase di miglioramento, così come la fiducia dei proprietari di case e delle imprese.
I nuovi ordini di esportazione sono saliti in territorio positivo, interrompendo una caduta continua che era durata 11 mesi, mentre il tasso di occupazione invece ha continuato a scendere, anche se ad un ritmo più lento, come hanno mostrato i dati PMI.
Si alzano le previsioni di crescita, anche se in misura marginale
In base a questo dato di marzo, alcuni analisti hanno cominciato ad alzare le loro previsioni di crescita per l’anno, come ha fatto China Beige Book, una società di consulenza, che ha affermato che i dati di marzo mostrano sono il preludio di un forte miglioramento del PIL del I trimestre, mostrandosi positiva anche sul settore manifatturiero e sul mercato del lavoro, così come sul commercio al dettaglio.
Più ottimista anche Citigroup, che ha rivisto al rialzo le sue previsioni di crescita economica per la Cina per quest’anno al 5,0% dal 4,6%, basando la sua previsione sui recenti dati positivi e sulle politiche attuate dal Governo.
Il PMI ufficiale del settore non manifatturiero, che comprende servizi e costruzioni, è salito a 53 da 51,4 di febbraio, segnando il valore più alto da settembre, ma permangono i problemi nel settore immobiliare cinese, che resta un grave problema economico perché frena la crescita, e mette in pericolo i bilanci dei governi locali e delle banche statali, entrambi fortemente indebitati.
Gli obiettivi crescita del Governo cinese
Il premier Li Qiang si è dimostrato decisamente positivo ad inizio del mese di marzo durante la riunione annuale del Congresso nazionale del popolo, indicando un ambizioso obiettivo di crescita economica del 5% circa per il 2024.
Questo obiettivo però è ritenuto troppo ambizioso dagli analisti che ritengono che sia necessario implementare maggiori stimoli per raggiungere tale obiettivo.
Per ora il governo cinese ha approvato il 1° marzo un piano di stimoli rivolto all’incentivare nuovi investimenti in apparecchiature da parte delle aziende private e statali e a stimolare la vendita di beni di consumo, con l’obiettivo di generare una domanda di mercato di oltre 5 trilioni di yuan (691,63 miliardi di dollari) all’anno.
Il rischio rimane però che Cina si limiti a indicare obiettivi di crescita da raggiungere con misure dirigistiche, senza ripristinare le condizioni di libero mercato che hanno allontanato gli investitori internazionali dopo le restrizioni che hanno colpito Jack Ma e Ali Baba nel 2020.
Servono misure per riorientare l’economia verso i consumi delle famiglie e l’allocazione delle risorse sul mercato e incentivare la libera impresa, per liberare l’economia cinese dalla forte dipendenza dagli investimenti infrastrutturali vista in passato.
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