Ieri i prezzi del petrolio greggio negli Stati Uniti sono aumentati di oltre l’1% dopo che la produzione interna è diminuita sostanzialmente a causa delle forti tempeste invernali di questo mese.
Il contratto futures West Texas Intermediate di marzo è salito di 95 centesimi, o dell’1,28%, a 75,32 dollari al barile.
Il contratto futures Brent di marzo ha guadagnato 71 centesimi, o lo 0,89%, per essere scambiato a 80,26 dollari al barile.
In un recente rapporto dell’Energy Information Agency, la produzione negli Stati Uniti è scesa di circa 1 milione di barili al giorno per un totale di 12,3 milioni di barili al giorno nella settimana terminata il 19 gennaio.
Nello stesso periodo le scorte di greggio commerciale negli Stati Uniti sono diminuite di 9,2 milioni di barili.
La scorsa settimana una serie di tempeste di origine artica ha colpito la produzione di petrolio negli Stati Uniti, in particolare nel Nord Dakota (il terzo stato produttore di greggio degli U.S.A.), dove la produzione di greggio è scesa di ben 700.000 barili al giorno la scorsa settimana.
La produzione USA finora aveva compensato i tagli dell’Opec+
In precedenza era stata proprio l’impennata della produzione di greggio statunitense ha pesato sui prezzi per mesi, compensando i tagli dell’Opec+, con una produzione stimata che è tornata al record di 13,3 milioni di barili al giorno prima della tempesta.
Larga parte della discesa dei prezzi del petrolio da settembre a dicembre 2023 era stata causata dall’indebolimento dell’economia in Cina, che aveva destato il timore che l’offerta potesse superare la domanda di petrolio.
Proprio ieri la banca centrale cinese si è impegnata a ridurre la quantità di liquidità che le istituzioni finanziarie della nazione sono tenute a detenere nel tentativo di rilanciare la crescita economica.
Le previsioni degli analisti sono che i prezzi del petrolio dovrebbero rimanere entro una banda di oscillazione contenuta, in particolare il Brent dovrebbe rimanere in un range compreso tra 72 e 82 dollari.
WTI e Brent sono aumentati di oltre il 4% quest’anno a causa dell’aumento delle tensioni in Medio Oriente.
Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno lanciato diversi attacchi aerei nello Yemen contro i militanti Houthi, che continuano ad attaccare le navi nel Mar Rosso.
Israele sta portando avanti la sua campagna militare a Gaza, circondando la città meridionale di Khan Younis dove hanno avuto luogo aspri combattimenti.
Il quadro generale e i fattori geopolitici
Come avevamo evidenziato nel nostro recente articolo del 9 gennaio https://www.word2invest.com/2024/01/rialzo-dei-prezzi-del-petrolio-in-arrivo/
l’OPEC+ e l’Arabia Saudita in particolare vedono il livello di $ 65-70 come il floor al di sotto del quale il prezzo del petrolio non deve andare e stanno modulando riduzioni di produzione per
mantenere questi livelli di prezzo e creare le condizioni per un nuovo rialzo.
A livello geopolitico il conflitto tra Israele e Hamas è tutt’altro che finito e le tensioni tra Israele e Hezbollah sono sempre più forte, con scambi quotidiani di fuoco dall’8 ottobre, il giorno dopo che Hamas aveva lanciato il suo attacco omicida nel sud di Israele, uccidendo 1.200 persone e prendendo in ostaggio circa altre 240 persone.
Dopo il 31 gennaio scatterà molto probabilmente un’operazione su vasta scala di Israele nel sud del Libano, con il rischio il rischio che l’Iran entri in una guerra su vasta scala per proteggere gli Hezbollah, che sono la sua longa manus in Libano e Siria.
I terroristi Houthi continuano ad attaccare le navi transitano nello stretto da cui si accede al Mar Rosso e al canale Suez e ormai tutto il traffico commerciale è stato deviato sulla rotta di circumnavigazione del Capo di Buona Speranza.
Un ulteriore fattore da valutare è che gli Stati Uniti hanno utilizzato il 44% delle loro riserve petrolifere dall’inizio della pandemia nel marzo 2020 e dal punto di vista strategico per gli USA, perché al ritmo attuale di consumo, ci vorrebbero solo 17 giorni per esaurire completamente le proprie riserve strategiche di petrolio.
Una recente dichiarazione del Department of Energy suggerisce che abbiano già iniziato a ricostituire le scorte del Fondo strategico di riserve petrolifere aggiungendo 9 milioni di barili di petrolio ad un prezzo medio di 75 dollari al barile.
Possiamo aspettarci che il Department of Energy possa continuare ad acquistare barili di petrolio fino a 80 dollari.
Cosa dice l’analisi tecnica?
Nel breve termine siamo su una fascia di resistenza sul future del WTA, posta attorno al livello di 75 e la figura grafica mostra una fascia di accumulazione che potrebbe portare ad un rialzo più verticale al momento della rottura di 75.
L’indicatore MACD su base giornaliera sta per tornare positivo dopo oltre tre mesi.
Il grafico settimanale del Brent, che è meno volatile del WTA, mostra chiaramente come abbia funzionato il supporto e indica che ci sarebbero le condizioni per supportare una nuova spinta al rialzo.
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