Rischio di recessione in Europa anche con il dovish pivot della FED?

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Flavio Ferrara - Consulente Finanziario Indipendente

Secondo i dati provvisori dell’indagine PMI, l’attività economica nell’area euro è scesa a un ritmo più marcato a dicembre, chiudendo un quarto trimestre che ha visto il calo della produzione al ritmo più veloce degli ultimi 11 anni, esclusi solo i mesi pandemici di inizio 2020.

Si sono nuovamente registrate flessioni sia nel settore manifatturiero che in quello dei servizi.

I posti di lavoro sono stati tagliati per il secondo mese consecutivo poiché le aziende hanno ridotto la capacità operativa in linea con il peggioramento della situazione del portafoglio ordini e le persistenti prospettive cupe per l’anno a venire.

Le fabbriche hanno inoltre ridotto le scorte di input a un ritmo mai visto dal 2009.

I segnali sull’inflazione sono stati contrastanti: l’inflazione dei costi di input si è raffreddata ma l’inflazione dei prezzi di vendita ha accelerato, quest’ultima rimanendo notevolmente elevata rispetto agli standard storici.

I dati PMI sono indicativi di un calo del PIL su base trimestrale ad un tasso dello 0,2-0,3% nel quarto trimestre

L’indice HCOB Flash Composite PMI della produzione dell’Eurozona destagionalizzato, basato su circa l’85% delle consuete risposte ai sondaggi e compilato da S&P Global, ha registrato 47,0 a dicembre, in calo rispetto a 47,6 di novembre, segnalando la settima riduzione mensile consecutiva dell’attività economica nell’area dell’euro.

Il dato debole completa il calo medio trimestrale più marcato dell’attività registrato dall’indagine dal quarto trimestre del 2012, se si escludono i primi mesi di lockdown pandemico.

I dati PMI sono indicativi di un calo del PIL su base trimestrale ad un tasso dello 0,2-0,3% nel quarto trimestre. Dopo una contrazione dello 0,1% nel terzo trimestre, il calo del quarto trimestre spingerebbe l’Eurozona in una recessione tecnica.

La produzione manifatturiera è scesa per il nono mese consecutivo, registrando una leggera accelerazione dopo la moderazione osservata a novembre.

Nel frattempo, l’attività dei servizi è scesa per il quinto mese consecutivo, e anche il ritmo del calo ha ripreso leggermente slancio, registrando il terzo calo più marcato dai lockdown di inizio 2021.

Preoccupa il deterioramento del portafoglio ordini

La riduzione complessiva dell’attività economica è stata ancora una volta il riflesso del deterioramento del portafoglio ordini.

Gli afflussi di nuovi ordini sono diminuiti per il settimo mese consecutivo, con un tasso di calo rimasto invariato rispetto al ritmo elevato osservato a novembre (sebbene leggermente meno grave di quello osservato nei tre mesi terminanti a ottobre).

Permane una tendenza preoccupante per cui i nuovi ordini, la misura chiave della crescita della domanda dell’indagine, continuano a scendere a un ritmo più rapido della produzione, in misura considerevole e insolita rispetto agli standard storici.

Questa divergenza suggerisce persistenti rischi al ribasso per la produzione nel breve termine, escludendo qualsiasi imminente ripresa della crescita della domanda, e certamente suggerisce lo sviluppo di un eccesso di capacità produttiva.

L’occupazione è diminuita per il secondo mese consecutivo poiché le aziende hanno ridotto la capacità in linea con il contesto di domanda indebolita. Sebbene solo modesti, i recenti cali dell’occupazione sono i primi registrati dall’inizio del 2021.

I dati PMI sono ampiamente indicativi di uno stallo occupazionale nell’economia e di una modesta pressione al rialzo sulla disoccupazione.

Oltre a ridurre l’occupazione, i produttori hanno ridotto le loro attività di acquisto a uno dei ritmi più rapidi registrati dai tempi della crisi finanziaria globale, determinando il più grande calo delle scorte di fattori produttivi dal novembre 2009.

Allo stesso modo, le scorte di prodotti finiti hanno continuato a essere ridotte, in gran parte in risposta al taglio dei costi in un contesto di vendite deboli.

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Roberto Contini
Roberto Contini
Operante nel settore investimenti da più di 30 anni, socio fondatore della Società Italiana di Analisi Tecnica, affiliata all’IFTA dal 1988, ha ricoperto ruoli da analista tecnico e fondamentale in Italia e all’estero ed è stato per 15 anni Responsabile Investimenti prima e successivamente Responsabile Area Advisory in Banca Intermobiliare d’Investimenti e Gestioni (BIM). Skills : Asset allocation, analisi tecnica e fondamentale, Macro View, stock picking

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