Il vantaggio nascosto della transizione energetica “verde”

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Flavio Ferrara - Consulente Finanziario Indipendente

La transizione verso l’energia verde ha sempre avuto benefici che vanno oltre l’ambiente, e uno dei vantaggi principali, in questo momento, è il suo impatto deflazionistico.

In un nuovo rapporto, la Goldman Sachs ha calcolato quanto grande potrebbe essere questo particolare effetto sia per l’Europa che per gli Stati Uniti, e mette in luce le fonti di energia rinnovabile che potrebbero essere destinate al più grande boom.

E poiché il panorama dell’energia verde è pieno di opportunità…

Quali sono i principali vantaggi?

Nella sua essenza, l’elettricità green risponde a tre esigenze fondamentali. Il primo è la decarbonizzazione: le sue fonti alternative di energia riducono le emissioni di carbonio e questo aiuta la lotta contro il cambiamento climatico.

Il secondo è la sicurezza energetica: l’Europa, per esempio, importa dall’80% al 90% del suo petrolio e gas, e ridurre la sua dipendenza da tali importazioni ridurrebbe il peso di alcune delle interruzioni che ha riscontrato.

Il terzo è la reindustrializzazione: se la transizione verde avesse successo, l’elettrificazione non solo avrebbe un effetto deflazionistico per le principali economie, ma potrebbe anche stimolare gli investimenti a lungo termine e portare ad un certo rinvigorimento industriale.

Per l’Europa e gli Stati Uniti, l’aspetto deflazionistico di questi benefici è piuttosto allettante al momento.

Le Banche Centrali di entrambi i paesi hanno aumentato i tassi di interesse nel tentativo di frenare un’inflazione ostinatamente alta, mettendo a rischio la crescita economica nel processo.

Quindi, i fattori che riducono l’inflazione (ossia i fattori deflazionistiche) sono piuttosto interessanti in questo momento.

Forse non è una sorpresa, quindi, che Goldman abbia creato una “curva dei costi di elettrificazione” per definire realmente l’impatto deflazionistico della transizione energetica, esaminando i costi delle tecnologie chiave utilizzate nella transizione: eolico e solare, stoccaggio dell’energia, pompe di calore, veicoli elettrici, elettrolisi e cattura del carbonio.

Cosa ha calcolato per l’economia europea?

Ipotizzando un prezzo del petrolio a 80 dollari al barile (linea rossa), si dimostra che l’energia solare ed eolica onshore (all’estrema sinistra) sono altamente deflazionistiche per l’economia.

La curva dei costi dell’elettrificazione in Europa nel 2023 rispetto al petrolio greggio West Texas Intermediate (WTI) a 80 dollari al barile (linea rossa). Fonte: Goldman Sachs.

Inoltre, nei prossimi dieci anni, la Goldman stima che in Europa circa il 70% dell’elettrificazione sarebbe deflazionistica con un prezzo del Petrolio pari o superiore agli 80 dollari.

La portata di questo impatto deflazionistico potrebbe essere pari al 60% nei prossimi cinque anni, ma si prevede un forte miglioramento fino a circa il 90% negli anni sei e sette a causa della crescita prevista dei veicoli elettrici.

Inoltre, la Goldman Sachs ha calcolato che una “famiglia europea completamente elettrificata”, ossia che utilizza il riscaldamento elettrico e guida veicoli elettrici, vedrà la sua bolletta energetica ridursi di oltre la metà.

Mentre i costi iniziali sono stimati a circa 8.000 euro (8.500 dollari) per famiglia, il “rimborso”, cioè il tempo necessario per vedere i costi recuperati, sarebbe relativamente minimo in 3,5 anni.

E questo ridurrebbe le emissioni totali annuali di carbonio in Europa di un impressionante 30%.

E l’economia degli Stati Uniti?

Per gli Stati Uniti, la curva dei costi dell’elettrificazione secondo la Goldman sembra molto meno drammatica.

Utilizzando la stessa metodologia di prima, la Goldman ha dimostrato che solo l’eolico solare e onshore sono fattori deflazionistici, e sono molto meno deflazionistici di quanto lo siano per l’Europa.

La banca d’affari stima che solo il 30% circa del processo di elettrificazione delle spese in conto capitale verde (capex) sia deflazionistico e nel prossimo decennio prevede che tale cifra crescerà solo fino al 40% circa.

La curva dei costi dell’elettrificazione in Europa nel 2023 rispetto al petrolio greggio West Texas Intermediate (WTI) a 80 dollari al barile (linea rossa). Fonte: Goldman Sachs.

Ora, nel grafico vige un prezzo dell’energia più economico – che rappresenta l’Henry Hub in dollari al barile, la linea orizzontale rossa inferiore – che è una delle ragioni per cui l’elettrificazione non è così deflazionistica negli Stati Uniti.

Il Paese ha già costi più bassi per il riscaldamento e la produzione di energia elettrica, tasse più basse sulle tecnologie a emissione di carbonio e prezzi della benzina più bassi.

E l’Inflation Reduction Act degli Stati Uniti, con i suoi incentivi per l’elettrificazione, sta già aiutando i consumatori evitando l’aumento dei prezzi derivante dalla transizione in corso.

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Flavio Ferrara
Flavio Ferrara
Consulente Finanziario Indipendente (delibera numero 2046 del 25/10/2022 con matricola n. 631131). Da sempre interessato alla finanza, ha dedicato gli studi nell'analisi tecno-grafica e nell'analisi fondamentale dei Mercati Finanziari. Laureato in Scienze Economiche, ha frequentato diversi corsi di specializzazione tra i quali un Master in Corporate Finance e un corso in Value Investing. Spinto dagli studi e dalla specializzazione in Finanza, ha deciso di iscriversi all’esame OCF, superato con successo, e diventare un Consulente Finanziario Indipendente. La sua esperienza non solo teorica è a disposizione per assistere le persone nel raggiungimento dei loro obiettivi finanziari. Sostiene il concetto di una sana pianificazione finanziaria, in cui gli investitori ottengono rendimenti attraverso il valore creato nell’economia reale.

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