I tre fattori che possono condizionare il prezzo del petrolio nei prossimi 6-12 mesi

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Ci sono tre fattori fondamentali da guardare per ipotizzare quale possa essere il trend del prezzo del petrolio nei prossimi 6-12 mesi.

Il primo fattore è davanti agli occhi di tutti ed è la politica dell’Arabia Saudita, il kingmaker dei prezzi del petrolio. I prezzi del petrolio sono gradualmente saliti negli ultimi mesi, malgrado la contrazione degli indicatori economici del settore manifatturiero.

Il fattore chiave del rialzo del prezzo del petrolio è stata la politica dell’Arabia Saudita che sembra voler replicare il “whatever it takes” a cui abbiamo assistito nel 2017, quando il precedente ministro dell’Energia saudita, Khalid Al-Falih, iniziò a prendere di mira le scorte statunitensi, e la guerra dei prezzi del 2020, quando i sauditi si lanciarono per schiacciare i russi per non aver accettato un taglio della produzione.

Export Petrolio Arabia Saudita

Le esportazioni di greggio saudite per i primi 24 giorni di agosto sono state di 5,3 milioni di barili al giorno, il livello più basso da giugno 2020, con una riduzione complessiva le esportazioni di greggio di circa 1 milione di barili al giorno dai livelli di inizio luglio.

Produzione barili per anno

Il ruolo chiave dell’Arabia Saudita per il prezzo del Petrolio

Molti analisti petroliferi si aspettano che i sauditi allentino il taglio volontario una volta che si sarà materializzata la riduzione delle scorte, ma l’obiettivo finale per i sauditi sembra essere invece la stabilità dei prezzi; quindi, se ciò implica implicitamente un livello di stoccaggio complessivo inferiore per raggiungere questo obiettivo, allora i sauditi manterranno il taglio volontario finché non lo riterranno opportuno.

Nell’ultimo anno si è verificata un’impressionante riduzione del tasso di inflazione core, ma è probabile che il ritmo rallenti nei prossimi mesi.

Uno dei motivi è il drammatico aumento dei prezzi del petrolio greggio e del gas naturale negli U.S.A che non è ancora filtrato nell’indice dei prezzi al consumo.

Grafico giornaliero Petrolio Brent

Il prezzo del petrolio greggio è aumentato da 70 dollari al barile all’inizio di luglio agli 83 dollari attuali.

Si tratta di un aumento del 18% che alla fine si rifletterà nell’IPC. L’aumento dei prezzi dell’energia ha un impatto maggiore della componente energetica dell’IPC.

Aumentano i costi di tutto, dal carburante per aerei che farà salire le tariffe aeree, al carburante diesel che aumenterà il costo della spedizione di qualsiasi cosa su camion e ferrovia, che include quasi ogni merce.

L’aumento dei costi di trasporto verrà trasferito ai clienti al dettaglio; quindi, il prezzo di tutto ciò che si sposta su camion e ferrovia sarà più alto, dai mobili alle automobili, al cibo e all’abbigliamento.

Un potenziale accordo tra Biden e l’Arabia Saudita

Il secondo fattore è la politica estera degli U.S.A: il Presidente Biden ha un piano ambizioso che riguarda uno storico accordo di pace tra Arabia Saudita e Israele, una continuazione del processo denominato “la pace di Abramo”.

Per favorire questo processo gli U.S.A. aumenterebbero considerevolmente la fornitura di armamenti all’Arabia Saudita in cambio di un suo ammorbidimento sulla questione palestinese e un consistente aumento della produzione di petrolio ad inizio 2024.

I risultati si ottengono quando entrambe le parti guadagnano qualcosa da un accordo: l’Arabia Saudita ha disperatamente bisogno di armamenti con tecnologia all’avanguardia per fronteggiare la minaccia dell’Iran, Biden ha bisogno di far scendere i prezzi dell’energia per entrare nell’anno elettorale con una vittoria economica importante, che possa bilanciare la politica restrittiva della FED.

Il terzo fattore è la possibile rottura del fronte sud nella guerra in Ucraina, con un’accelerazione degli eventi che possano portare al collasso la Russia di Putin e un conseguente cambio di regime.

Il risultato economico sarebbe la rimozione delle sanzioni alla Russia per favorire il nuovo regime.

Questo è un fattore indiretto e con tempistiche molto incerte, difficilmente raggiungibile in tempi, ma se avvenisse potrebbe avere effetti importanti sul prezzo del petrolio.

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Roberto Contini
Roberto Contini
Operante nel settore investimenti da più di 30 anni, socio fondatore della Società Italiana di Analisi Tecnica, affiliata all’IFTA dal 1988, ha ricoperto ruoli da analista tecnico e fondamentale in Italia e all’estero ed è stato per 15 anni Responsabile Investimenti prima e successivamente Responsabile Area Advisory in Banca Intermobiliare d’Investimenti e Gestioni (BIM). Skills : Asset allocation, analisi tecnica e fondamentale, Macro View, stock picking

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