Per fare un confronto fra il mercato obbligazionario USA e Europa bisogna partire dai dai dati sull’inflazione e dalle aspettative di come si posizionerà il tasso di inflazione nei prossimi 6-12 mesi.
I dati che saranno comunicati oggi daranno il tono al mercato obbligazionario. L’inflazione puntuale sta scendendo, ma le pressioni inflazionistiche non sono svanite del tutto, perché il mercato del lavoro è molto forte e i salari orari continuano a crescere ad un tasso medio superiore al 4%.
Questo crea un circolo vizioso sui prezzi e fa crescere la “core inflation”, vale a dire l’inflazione depurata dall’effetto dei prezzi di generi alimentari ed energia.
La FED per prendere le sue decisioni di politica monetaria guarda soprattutto proprio alla “Core Inflation” e al deflattore del Pil ed è molto probabile che continui nella strada del rialzo dei tassi, finché non si sarà indebolito anche il mercato del lavoro e la spirale crescita dei salari/ crescita dei prezzi.
La c.d. Core Inflation, cioè l’’indice di tutti gli articoli, senza la componente degli alimentari e dei prezzi dell’energia, in base agli ultimi dati maggio è aumentato invece del 5,3% negli ultimi 12 mesi e la proiezione a fine 2023 in base ai dati degli ultimi 6 mesi si attesta tra 4,4-4,8%.
Quindi la discesa comincia a farsi più lenta perché per siamo arrivati allo zoccolo duro ed è un fattore negativo per il mercato obbligazionario.
Il grafico sopra è relativo alla crescita dei salari orari negli U.S.A. negli ultimi 12 mesi.
La crescita dei salari ha contribuito alla tenuta dei consumi ed evitato una recessione “hard landing” dell’economia, dall’altro ha contribuito a mantenere forte la componente Core dell’inflazione negli U.S.A. e la FED ha il doppio mandato di controllare la crescita e l’inflazione, per cui si sta muovendo nell’unica direzione possibile, cioè, continuare ad aumentare i tassi, anche se ad ritmo ridotto.
Mercato obbligazionario dell’Eurozona

In Europa la “Core Inflation, che esclude articoli volatili come cibo ed energia, nel mese di giugno è addirittura leggermente salita al 5,4%, rimanendo molto vicino a un recente picco del 5,7 per cento.
Come la FED, anche la BCE guarda soprattutto “ Core Inflation” e deflattore del Pil e l’andamento di questi fattori fa ritenere probabile che la BCE continui ad aumentare i tassi nei prossimi mesi.
In Europa, tra l’altro, la Banca Centrale più importante all’interno della BCE, cioè la Bundesbank tedesca, non ha il doppio mandato come la FED, ma il suo compito principale è tenere sotto controllo l’inflazione e quindi la pressione dei componenti in quota Bundesbank nella BCE si farà sentire ancora per molto fino a quando il rialzo dei tassi non avrà domato completamente l’inflazione.
Quale può essere più interessante il mercato obbligazionario più interessante tra USA ed Europa?
Abbiamo visto che il rallentamento della discesa del tasso di inflazione renderà più difficile un cambiamento radicale della politica monetaria di FED e BCE.
I tassi continueranno a salire, anche se in misura più contenuta e probabilmente di stabilizzeranno verso fine anno. È ormai chiaro che gli obiettivi di riduzione dell’inflazione al 2% delle Banche Centrali non saranno raggiungibili nel corso dei prossimi 12-24 mesi, perché finché il mercato del lavoro rimane forte non ci sarà una pressione della disoccupazione per far scendere i prezzi in modo così drastico.
Considerando la maggiore flessibilità della FED che, come abbiamo, spiegato sopra, ha il doppio mandato crescita/controllo dei prezzi, riteniamo in questo momento più interessante il mercato obbligazionario USA.
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