L’inflazione nel 2023 può scendere ancora velocemente come negli ultimi mesi?

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Flavio Ferrara - Consulente Finanziario Indipendente

Nel nostro articolo del 5 agosto 2022 https://www.word2invest.com/2022/08/e-stato-toccato-il-picco-dellinflazione/ avevamo segnalato che l’inflazione aveva toccato il picco e nel corso dei mesi successivi è iniziata una veloce discesa.

Ora dobbiamo analizzare se i prossimi 12 mesi l’inflazione potrà scendere altrettanto velocemente o se al contrario ha toccato lo zoccolo duro e la discesa sarà molto più lenta.

Inflazione negli U.S.A.

Indice dei prezzi al consumo “all items”

L’indice dei prezzi al consumo “all items”, comprensivo di tutto, in base al dato rilasciato a maggio è aumentato del 4,0 per cento negli ultimi 12 mesi.

Questo è stato l’incremento a 12 mesi più contenuto dal marzo 2021.

US Inflation rate ex food and energy monthly variations

La c.d. Core Inflation, cioè l’’indice di tutti gli articoli, senza la componente degli alimentari e dei prezzi dell’energia, in base agli ultimi dati maggio è aumentato invece del 5,3% negli ultimi 12 mesi.

L’indice energetico è diminuito dell’11,7 per cento per i 12 mesi di fine maggio e l’indice alimentare è aumentato del 6,7 per cento nell’ultimo anno.

Dai 2 grafici si nota che le variazioni mensili più alte ancora da scartare nella costruzione della medi a 12 mesi sono solo quelle di giugno, perché a partire da luglio 2022 la variazione dell’inflazione mensile è stata molto più contenuta.

Quindi in base ai dati degli ultimi 6 mesi la proiezione dell’inflazione “all items” per dicembre 2023 si assesta tra il 3,5-4%, nel caso in cui le variazioni mensili dei prossimi mesi continuassero ad essere comprese tra 0.1-0,4%.

Per quanto riguarda la Core Inflation, la proiezione a fine 2023 in base ai dati degli ultimi 6 mesi si attesta tra 4,4-4,8%. Quindi la discesa comincia a farsi più lenta perché per siamo arrivati allo zoccolo duro.

Crescita dei salari orari negli U.S.A. negli ultimi 12mesi

Uno dei motivi principali per cui probabilmente abbiamo toccato lo zoccolo duro dell’inflazione è che la crescita dei salari continua ad essere abbastanza alta, perché il mercato del lavoro negli U.S.A. è ancora molto.

Questo dato, se da una parte ha contribuito alla tenuta dei consumi ed evitato una recessione “hard landing” dell’economia, dall’altro ha contribuito a mantenere forte la componente Core dell’inflazione negli U.S.A.

Scenario leggermente diverso in Italia e nell’Eurozona

Eurozone Inflation rate “all items”

Il tasso di inflazione dei prezzi al consumo nell’area dell’euro è diminuito al 5,5% nel giugno 2023, in calo rispetto al 6,1% del mese precedente e leggermente al di sotto delle aspettative di mercato del 5,6%, una stima preliminare ha mostrato.

Il tasso ha raggiunto il livello più basso dal gennaio 2022, sebbene sia rimasto significativamente al di sopra dell’obiettivo della banca centrale europea del 2,0 per cento.

Eurozone Core Inflation ex food and energy

La core Inflation, che esclude articoli volatili come cibo ed energia, si sta invece stabilizzando e a giugno è leggermente salita al 5,4%, rimanendo vicino a un recente picco del 5,7 per cento.

Questo dato è quello più guardato dalla BCE e fa ritenere probabile che la BCE continui ad aumentare i tassi nei prossimi mesi.

I prezzi dell’energia sono crollati del 5,6 per cento (vs -1,8 per cento a maggio), ancora molto forti gli aumenti a 12 mesi per cibo, alcol e tabacco (11,7 per cento contro il 12,5 per cento) e beni industriali non energici (5,5 per cento vs 5,8 per cento).

Italy Inflation rate “all Items”

Il tasso di inflazione annuale in Italia è sceso al 6,4% nel giugno del 2023, scendendo in misura significativa dal 7,6% nel mese precedente.

Il declino è stato in gran parte attribuito agli effetti dei ribassi dei costi energetici.

Invece, hanno continuato ad accelerare i prezzi degli alimenti non trasformati (9,6% vs 8,8%), soprattutto frutta e verdura, limitando un ulteriore rallentamento all’inflazione.

La core Inflation è scesa al 5,6% dal 6% nel mese precedente e dal massimo del 6,3% a febbraio. Anche in Italia siamo vicini allo zoccolo duro, che si può identificare attorno al 5%.

Che effetto possono avere questi scenari sull’economia e sui mercati finanziari?

Il rallentamento della discesa del tasso di inflazione renderà più difficile un cambiamento radicale della politica monetaria di FED e BCE.

I tassi continueranno a salire, anche se in misura più contenuta e probabilmente di stabilizzeranno verso fine anno.

Gli obiettivi di riduzione dell’inflazione al 2% delle Banche Centrali non sono raggiungibili nel corso dei prossimi 12-24 mesi, perché finché il mercato del lavoro rimane forte non ci sarà una pressione della disoccupazione per far scendere i prezzi in modo così drastico.

Le Banche Centrali dovranno fare la difficile scelta tra alare il loro target di inflazione oppure mandare le loro economie in recessione “hard landing”.

La prima scelta continuerebbe a favorire i mercati azionari, la seconda scelta darebbe un impulso al ritorno all’acquisto di obbligazioni governative a lungo termine.

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Roberto Contini
Roberto Contini
Operante nel settore investimenti da più di 30 anni, socio fondatore della Società Italiana di Analisi Tecnica, affiliata all’IFTA dal 1988, ha ricoperto ruoli da analista tecnico e fondamentale in Italia e all’estero ed è stato per 15 anni Responsabile Investimenti prima e successivamente Responsabile Area Advisory in Banca Intermobiliare d’Investimenti e Gestioni (BIM). Skills : Asset allocation, analisi tecnica e fondamentale, Macro View, stock picking

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