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Quali sono le previsioni per il Dollaro USA nel 2023?

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Le previsioni per il Dollaro USA rispetto all’Euro nel 2023 sono sostanzialmente legate al ciclo del rialzo dei tassi e le prossime mosse della FED e BCE da una parte e allo scenario macro di soft landing o hard landing dall’altra.

Il forte recupero dell’Euro rispetto al Dollaro degli ultimi 2 mesi è stato probabilmente favorito anche dal rally sui mercati azionari, ma per il 2023 si tornerà a parlare di fondamentali macro

Il ciclo dei tassi di interesse e le prossime mosse di FED e BCE

Sulla politica della Fed, dopo i dati sull’inflazione e le minute del meeting di inizio novembre, si ipotizza un cambiamento di rotta nel corso del I trimestre 2023.

La condizione perché questo si verifichi è che si consolidino le previsioni di un rientro dell’inflazione verso il 4% entro giugno 2023.

Il grosso rialzo dell’inflazione è stato da ottobre 2021 a giugno 2022, mesi in cui abbiamo praticamente sempre avuto come minimo variazioni di 0,6% mensili, con picchi fino a 1-1,3 tra marzo e giugno.

Negli ultimi 3 mesi le variazioni mensili sono state tra 0,1-0,3% e se anche nel primo trimestre 2023 saranno attorno 0,2-0,4% di media, si comincerà a vedere un sensibile calo anche sul dato annuale.

Gli indicatori PMI come ISM e Markit, che negli ultimi 2 mesi hanno subito un tracollo e si sono portati a livelli di hard landing, segnalano che l’interruzione meno marcata delle catene di approvvigionamento e la riduzione della domanda hanno portato all’aumento più lento dei costi di input.

Questi effetti sulla domanda dovrebbero essere visibili nelle variazioni del CPI del I trimestre 2023 e contribuire quindi a far calare in misura sensibile il tasso di inflazioni annuale.

In questo caso la Fed potrà cambiare la policy, con ipotesi di altri due rialzi di 0,50 entro la fine del I trimestre 2023 per poi sospendere l’aumento del tassi.

La BCE invece è ancora preoccupata della consistente revisione al rialzo delle prospettive di inflazione, che prevede passi dall’8,4% nel 2022 al 6,3% nel 2023.

Quindi sono previsti ulteriori incrementi, necessari a mantenere la politica monetaria su livelli restrittivi, per frenare la domanda e mettere l’Euro Area al riparo dal rischio di un persistente incremento delle aspettative di inflazione.

Rischio di hard landing ancora presente

Negli USA i nuovi ordini sono diminuiti a uno dei ritmi più bruschi dalla crisi finanziaria del 2008-2009 e scorte sufficienti di input e un’ulteriore riduzione dei nuovi ordini hanno portato alla più forte contrazione dell’attività di acquisto in oltre due anni e mezzo.

I consumi per ora tengono, ma la combinazione di un mercato del lavoro più debole, costi di prestito più elevati, standard di credito più severi e bilanci più deboli porteranno i consumatori a ridurre temporaneamente la spesa e ad aumentare il tasso di risparmio.

L’S&P Global US Manufacturing PMI è sceso a 46,2 a dicembre 2022 da 47,7 a novembre, ben al di sotto delle previsioni di 47,7, secondo le stime preliminari.

In Europa la crisi energetica, l’elevata incertezza, unite al rallentamento dell’economia mondiale e ai tassi più alti, determineranno una contrazione economica nell’Eurozona nei primi trimestri del 2023, che peserà sulle previsioni del dollaro.

La media del PMI dell’Eurozona per i tre mesi fino a dicembre che indica la più forte contrazione economica dal 2013, se si escludono i mesi di chiusure della pandemia.

Può essere conveniente comprare il Dollaro per il 2023?

La dinamica di tassi e ciclo economico sembra favorire un allentamento della pressione rialzista sul dollaro, ma il differenziale di crescita tra USA ed Europa potrebbe riportare nuovamente l’Euro a riprendere il trend di lungo termine al ribasso nei confronti del Dollaro.

Lo scenario più probabile è un ritorno verso la parità nel corso del I trimestre 2023, per poi completare la figura di correzione del trend di lungo termine, tornando nell’area 1,07-1,09 nei mesi successivi.

Questo sarebbe coerente anche con il ciclo economico legato al terzo anno del mandato Presidenziale, in cui una debolezza del Dollaro può essere uno dei correttivi per far cercare di riprendere l’economia in vista delle elezioni di fine 2024.

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Roberto Contini
Roberto Contini
Operante nel settore investimenti da più di 30 anni, socio fondatore della Società Italiana di Analisi Tecnica, affiliata all’IFTA dal 1988, ha ricoperto ruoli da analista tecnico e fondamentale in Italia e all’estero ed è stato per 15 anni Responsabile Investimenti prima e successivamente Responsabile Area Advisory in Banca Intermobiliare d’Investimenti e Gestioni (BIM). Skills : Asset allocation, analisi tecnica e fondamentale, Macro View, stock picking

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