La riunione di ieri della Bce ha reso più complicate le previsioni sui mercati europei. La Banca Centrale Europea ha aumentato i tassi d’interesse di 50 punti base, che ora si attestano rispettivamente al 2,50%, 2,75% e 2,00% per le operazioni di rifinanziamento principali, i rifinanziamenti marginali e sui depositi.
La BCE è ancora preoccupata della consistente revisione al rialzo delle prospettive di inflazione e prevede ulteriori incrementi, necessari a mantenere la politica monetaria su livelli restrittivi, per frenare la domanda e mettere l’Euro Area al riparo dal rischio di un persistente incremento delle aspettative di inflazione.
La notizia più importante è comunque il fatto che il board della BCE ha discusso del QT, cioè della riduzione del bilancio, stabilendone la partenza agli inizi di marzo 2023.
Il Quantitative Tightening procederà ad un ritmo medio di 15 miliardi di euro al mese sino alla fine del secondo trimestre del 2023 e verrà poi determinato nel corso del tempo.
La prossima riunione della BCE di febbraio sarà molto importante perché verranno comunicati i dettagli sul drenaggio di liquidità.
La BCE ha anche rilasciato le nuove proiezioni economiche, prevedendo un’inflazione all’8,4% nel 2022 e una discesa al 6,3% nel 2023.
Ulteriori riduzioni dell’inflazione sono previste per il 2024 e 2025, con valori medi annui rispettivamente al 3,4% e al 2,3% nel 2025.
Il PIL dopo una crescita del 3,4% nel 2022 è stato indicato in forte discesa, allo 0,5% nel 2023, per poi risalire all’1,9% nel 2024 e all’1,8% nel 2025.
La Bce avverte che la crisi energetica, l’elevata incertezza, unite al rallentamento dell’economia mondiale e ai tassi più alti, determineranno una contrazione economica nell’Eurozona nel prossimo trimestre, che peserà sulla previsioni dei mercati europei.
Il Quantitative Tightening (QT) è un cambiamento radicale di politica economica
Come accennato sopra, l’elemento chiave della politica monetaria e della BCE nei prossimi trimestri sarà sicuramente il QT.
La BCE ha deciso di effettuare riduzioni medie di 15 miliardi di euro, cifra che rappresenta circa la metà dei titoli in scadenza presenti nel portafoglio in quel periodo di tempo.
La BCE di fatto non reinvestirà la metà tutti i pagamenti di capitale provenienti dai titoli in scadenza nel suo portafoglio obbligazionario di 5 trilioni di euro.
Christine Lagarde nella conferenza stampa ha avuto toni tutt’altro che accomodanti e ha chiaramente anticipato ulteriori rialzi di 50 punti base, a febbraio e marzo.
Dobbiamo abituarci all’evidenza che passerà parecchio tempo prima che si possa ritornare a parlare di riduzione dei tassi.
L’annuncio di QT colpisce in particolare le obbligazioni periferiche, tra cui sicuramente i BTP e aumenterà la competizione tra i Paesi per finanziare il proprio debito pubblico.
La BCE non solo non finanzierà le nuove aste di BTP destinate a finanziare il nuovo fabbisogno per coprire il deficit di bilancio, ma non sottoscriverà neanche la metà dei BTP in portafoglio che scadranno nei prossimi trimestri.
La BCE ha ancora il controllo dell’economia europea?
I mercati azionari europei hanno reagito molto negativamente alla notizia del rialzo dei tassi e della partenza del QT a marzo.
Le nuove previsioni sui mercati europei devono ora tener conto del QT.
I mercati finanziari sono come un motore a scoppio che bisogno d carburante per andare avanti e il carburante è la liquidità, per questo temono il QT che drenerà liquidità dai mercati.
Un aiuto ai mercati finanziari potrà arrivare dall’inflazione che ha chiaramente toccato un picco e tra poco si cominceranno a vedere gli effetti dei rialzi dei tassi della BCE effettuati dopo la primavera 2022.
Il mercato azionario teme invece che le stime di crescita del Pil possano essere riviste al ribasso e che nel 2023 l’Europa cada in una recessione più profonda di quanto stimato dalla BCE, a causa del combinato disposto dell’aumento dei tassi e della flessione dei consumi.
L’inflazione ha toccato il picco, ma anche così agisce di fatto come una tassa occulta, riducendo il reddito reale disponibile, soprattutto per i ceti meno abbienti.
Come abbiamo già spiegato in passato, la caduta della domanda di beni servizi sarà tale da creare bloccare la crescita dei prezzi e di conseguenza l’inflazione comincerà a scendere. Quanto velocemente? Quanto più forte sarà la recessione.
Può essere interessante comprare Etf sui mercati azionari europei in questo momento?
Gli indici azionari ai prezzi correnti scontano un soft landing e il recupero degli ultimi due mesi ha riportato la valutazione delle grandi aziende quotate a prezzi vicini alla media storica.
Quindi non c’è una forte sottovalutazione che induca a comprare azioni europee.
Il lato positivo a livello di flussi è che la forte svalutazione dell’euro nei confronti del dollaro di fatto ha reso decisamente più basse le valutazioni del mercato azionario europeo per i grandi investitori made in USA.
Secondo elemento da non sottovalutare è che il peso delle azioni Europee nei portafogli dei grandi investitori internazionali è sui minimi degli ultimi 20 anni.
Terzo elemento è che alcuni osservatori attenti valutano probabile la fine del conflitto tra Russia e Ucraina tra la primavera e l’inizio dell’estate 2023.
Quindi i prezzi dell’energia tornerebbero a valori più normali e partirebbe la ricostruzione in Ucraina che determinerebbe un forte boost per il PIL dell’Eurozona.
Per questi motivi riteniamo che si possa approfittare della fase di debolezza per comprare ETF sui mercati azionari europei.
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