La FED ha deliberato un rialzo dei tassi di interesse di 75 punti base, assolutamente in linea con le attese, ma nel comunicato la Fed ha usato un tono più morbido, parlando apertamente di rischio recessione.
Successivamente nella conferenza stampa il presidente Powell ha cambiato tono, facendo esplicitamente capire che l’aspettativa di alcuni investitori che la Fed potesse indicare una pausa nel processo di rialzo dei tassi, è decisamente prematura.
Il presidente Powell ha continuato a dichiarare che è necessario continuare in una politica monetaria restrittiva e non rischiare che la manovra di rialzo dei tassi risulti insufficiente per evitare il rischio che le aspettative di inflazione si radichino definitivamente nell’economia.
Siccome le parole sono altrettanto importanti quanto i fatti, Powell ha dovuto mantenere intatte le aspettative di futuri rialzi, per non compromettere l’effetto dei provvedimenti presi.
La reazione dei mercati è stata troppo emotiva
A nostro avviso la reazione dei mercati è stata troppo emotiva e non ha valutato appieno il fatto che Powell ha dichiarato che i rischi di un hard landing dell’economia sono aumentati rispetto alle probabilità di un soft landing.
Questo significa che dai prossimi mesi il focus sarà più sul capire l’entità della recessione invece che stare a guardare se il tasso di inflazione sia sceso abbastanza.
La Fed, di conseguenza, segnalerà una pausa nel rialzo dei tassi di interesse, probabilmente già a gennaio 2023.
I dati degli ultimi mesi delle variazioni mensili del tasso di inflazione puntano già ad un consistente ribasso del tasso di inflazione annuale, già da dicembre e in misura più consistente dalla primavera del 2023, quando si vedrà un brusco calo che riporterà il tasso di inflazione annuale verso il 4%.
Quando di guarda il dato del CPI (tasso inflazione) degli ultimi 12 mesi si guarda un dato sostanzialmente passato e spesso ci si distrae dal dall’analizzare la tendenza, che è invece molto più importante perché può darci delle indicazioni sui mesi futuri.
Da cosa si può cercare di capire la tendenza dell’inflazione?
Abbiamo alcuni dati certi, come le variazioni mensili del CPI degli ultimi 3 mesi:
Qui si vede chiaramente che il grosso rialzo dell’inflazione su base mensile è stato da ottobre 2021 a giugno 2022, mesi in cui abbiamo praticamente sempre avuto come minimo variazioni di 0,6% mensili, con picchi fino a 1-1,3 tra marzo e giugno.
Da luglio in poi c’è un netto segnale di rallentamento e la variazione annualizzata degli ultimi 3 mesi è solo 2%.
Si avete letto bene, solo 2%. Ad ottobre 2021 si era avuto 0,9% di variazione mensile e se ottobre 2022 sarà 0,4-0,5% si comincerà a vedere un sensibile calo anche sul dato annuale.
Abbiamo poi i vari indicatori PMI come ISM e Markit, che negli ultimi 2 mesi hanno subito un tracollo e si sono portati a livelli di hard landing (lo detto la stessa FED nel comunicato di ieri sera).
Sul fronte dei prezzi gli indicatori PMI segnalano che l’interruzione meno marcata delle catene di approvvigionamento e la riduzione della domanda hanno portato all’aumento più lento dei costi di input da novembre 2020.
Nel tentativo di aumentare le vendite, le aziende avrebbero trasferito i risparmi sui costi ai clienti, ove possibile, il che ha comportato il più lento aumento dei prezzi di vendita da febbraio 2021.
Questi effetti sulla domanda saranno visibili nelle variazioni del CPI dei prossimi 2-3 mesi e contribuiranno a far calare in misura sensibile il tasso di inflazioni annuale e di conseguenza la Fed potrà cambiare la policy, arrestando il rialzo dei tassi di interesse.
Può essere interessante comprare Treasury Bond USA a lungo termine?
Entro pochi mesi il focus dei mercati non sarà più l’inflazione, ma il rallentamento economico e probabilmente i mercati obbligazionari hanno già toccato il minimo proprio nei giorni scorsi.
Il processo di bottom può però richiedere ancora qualche settimana di up and down e riteniamo che possa essere interessante comprare Treasury Bond USA a lunga scadenza, approfittando di questa fase, prima che si arresti il processo di rialzo dei tassi d’interesse da parte della FED.
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