Non si placano le polemiche per gli aumenti record delle bollette della luce. Si stima che ora il Kwh si aggiri in media su 0,40 centesimi.
Nel corso del mese di settembre dovrebbe salire attorno a 0,60 per poi arrivare a raggiungere gli 0,80 centesimi.
È forte l’allarme lanciato da molte imprese, che dicono di essere sull’orlo della chiusura a causa dei costi esorbitanti delle bollette, con un effetto drammatico su PIL e occupazione.
Per le famiglie si stima che, ai prezzi attuali, i costi dei principali elettrodomestici energivori, per 8 ore di utilizzo, raggiungano i 19 euro, cifra che con i rialzi previsti salirebbe fino a 40 euro.
Alcuni analisti ritengono che l’estensione fino a dicembre delle misure del governo per contenere i rincari energetici non siano sufficienti perché con un prezzo del gas tra 200-250 euro al MWh si potrebbe avere prezzi record dell’elettricità, attorno a 600 euro al MWh.
Questo livello dell’energia elettrica potrebbe portare a chiusure, calo della domanda e recessione economica.
Per quanto riguarda le famiglie, si sta tentando di bloccare le modifiche unilaterali dei fornitori di energia elettrica.
Il Decreto Aiuti bis introduce ilblocco delle modifiche unilateralifino al prossimo 30 aprile 2023.
Il decreto stabilisce che i fornitori non possono attuare modifiche alle condizioni contrattuali del contratto di fornitura di energia elettrica.
Riduzione degli sprechi e nuova politica energetica
La risposta agli aumenti record delle bollette della luce potrebbe essere quella di ridurre i consumi, tagliando gli sprechi, che sicuramente avrebbe un impatto immediato, ma difficilmente si otterrebbe una riduzione significativa nel medio termine perché a livello macroeconomico un recente rapporto dell’International Energy Agency indica che c’è una tendenza costante all’aumento dei consumi elettrici a livello mondiale: la domanda di elettricità a livello mondiale dovrebbe crescere in media del 2,7% all’anno tra il 2022-2026, con una crescita più che doppia delle energie rinnovabili.
Questa crescita è dovuta principalmente alle misure per raggiungere Net Zero Emissions entro il 2050, necessarie per contenere l’incremento delle temperature a livello mondiale a +1,5 gradi da qui al 2050.
È necessario quindi che la politica economica dei governi riesca a programmare un incremento della capacità di produzione dell’energia elettrica con un contenimento dei costi e delle emissioni di anidride carbonica.
Quindi, oltre a diversificare i fornitori di gas, sarà necessario allargare le fonti di energia elettrica con nuove centrali a idrogeno ‘verde’, aumentare drasticamente la produzione da rinnovabili e ripensare al nucleare con le tecnologie di nuova generazione.
Il ruolo di Enel
Le polemiche sugli aumenti record delle bollette della luce, non devono far dimenticare che, tra i grandi player internazionali, Enel è quello con la più alta quota di energie rinnovabili sul totale dell’energia prodotta, malgrado il forte calo della produzione di energia idroelettrica in Italia e Spagna a causa della siccità.
A causa dei forti investimenti in capacità produttiva, programmati per gli anni a venire, l’indebitamento salirà da 54 a 62 miliardi.
Malgrado la crescita del cash-flow e il piano dismissioni per 8 mld di euro, il rialzo dei tassi d’interesse peserà sul rifinanziamento del debito in scadenza entro il 2024, con un impatto negativo sull’utile netto.
Per il management Enel sarà molto importante tenere sotto controllo il parametro Net debt/EBITDA.
I motivi della discesa dei prezzi delle azioni Enel, che si sono dimezzate negli ultimi 18 mesi, sono proprio la contrazione del P/E dovuta al rialzo dei tassi di interesse e il timore che il parametro Net Debt / Ebitda possa deteriorarsi.
Ha senso investire in azioni Enel in questo momento?
Ai prezzi correnti le azioni Enel (MIL:ENEL) quotano con un EV/Ebitda di 5,6 sui risultati attesi per il 2023 e di 5,2 su quelli previsti per il 2024, malgrado i problemi derivati dalle misure di contenimento dell’aumento delle bollette per la luce, dalla riduzione di produzione di energia idroelettrica e l’aumento dei costi di approvvigionamento del gas.
Ai prezzi correnti il dividend yield delle azioni Enel ai prezzi correnti è superiore all’ 8%, circa il doppio del rendimento lordo del BTP a 10 anni, senza considerare ulteriori aumenti dei dividendi nei prossimi anni.
Sono proprio il dividend yield dell’8% e la stabilità del dividendo, che rendono interessante investire in azioni Enel, considerando anche che i prezzi attuali scontano già l’effetto di una probabile recessione nel 2023
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