Nel corso del simposio di Jackson Hall, il presidente della Federal Reserve Jerome Powell e altri importanti componenti del Direttivo della Fed, come Bullard, Presidente della Fed Regionale di St.Louis, hanno rilasciato una serie di dichiarazioni sulla volontà della Fed di fermare l’inflazione, avvertendo che i mercati devono aspettarsi che la Fed continui ad aumentare i tassi di interesse in modo da causare “un po’ ‘di dolore” all’economia degli Stati Uniti.
Nel suo tanto atteso discorso politico annuale a Jackson Hall, nel Wyoming, Powell ha affermato che la Fed “userà con forza gli strumenti a disposizione” per fermare l’inflazione che, malgrado la battuta di arresto del mese di luglio è ancora praticamente al livello più alto degli ultimi 40 anni.
Powell ha affermato che questo non il momento di fermarsi o di fare una pausa”.
Il discorso di Powell a Jackson Hole e le future mosse della FED
Secondo Powell, tassi di interesse più elevati, uniti ad una crescita più lenta e a un mercato del lavoro più debole contribuiranno a ridurre l’inflazione, ma creeranno maggiori problemi alle famiglie e alle imprese, perché secondo Powell “Questi sono i costi inevitabile per ridurre l’inflazione”.
Secondo Powell il perdurare dell’inflazione comporterebbe problemi molto maggiori, perché l’inflazione è una tassa occulta sui salari e sui ricavi delle aziende.
La Federal Reserve nel suo simposio di Jackson Hall ha quindi ribadito un atteggiamento piuttosto hawkish e ha di fatto scelto di mandare l’economia in recessione con rialzi più aggressivi, determinando un aumento della disoccupazione per avere un impatto sulla domanda aggregata.
Gli indici dei prezzi pagati e dei prezzi ricevuti comunicati dai cinque sondaggi regionali sulle imprese hanno mostrato che le pressioni inflazionistiche stanno in qualche modo rientrando.
Sembra che le interruzioni della catena di approvvigionamento si stiano attenuando, come evidenziato dal portafoglio ordini e dagli indici dei tempi di consegna in tutti questi sondaggi.
In tutti questi sondaggi emerge che, la domanda sta rallentando, ma non andando a picco e la Fed si è mostrata decisa a continuare per la strada dei rialzi dei tassi per rallentare ulteriormente la domanda.
Che effetto possono avere questi scenari sui mercati obbligazionari negli USA?
Di per sé il rialzo dei tassi prospettato nel simposio di Jackson Hall non è negativo per i titoli obbligazionari a lungo termine, perché determina una progressiva riduzione dell’inflazione nei mesi a venire, agendo sulla domanda aggregata.
Per il momento nel mese di luglio abbiamo assistito ad una riduzione dell’inflazione, dovuta alla discesa delle materie prime e al miglioramento della catena di approvvigionamento, ma l’effetto perverso dell’inflazione si è ormai trasposto sui beni intermedi e negli U.S.A. anche sui salari, motivo per cui la discesa dell’inflazione intesa come prezzi al consumo, sarà molto più lenta della discesa dei prezzi delle materie prime.
Per quanto riguarda il mercato obbligazionario, peserà la decisione della FED di raddoppiare la quantità di titoli del tesoro in vendita (tapering).
Riteniamo quindi che per il momento non sia ancora conveniente comprare Treasury Bond a scadenza 10, ma altresì riteniamo che un’ulteriore salita dei rendimenti verso il 4% possa costituire un’opportunità di acquisto tra settembre e ottobre.
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