Lo Yen ha subito un vero e proprio crollo nei confronti del dollaro, perdendo il 32% dal massimo del dicembre 2020 e il 12% dall’inizio del 2022.
Può essere un fattore per spingere ad acquisti di ETF sul Giappone?
Cerchiamo di analizzare cosa sta realmente accadendo. Venerdì scorso l’attesa del mercato era per un adeguamento della politica monetaria della BOJ e per questo motivo lo yen è affondato dopo che la stessa BOJ non ha modificato la propria politica monetaria in senso restrittivo, andando contro tendenza rispetto al resto delle Banche Centrali del mondo, PBOC a parte.
Lo Yen è sempre stato considerato il bene rifugio per eccellenza e soprattutto una valuta su cui posizionarsi in vista di una recessione, mentre dopo la caduta di venerdì si trova sul livello più basso rispetto al dollaro dal 1998.
Crollo Yen, cosa è successo nel concreto?
Lo yen ha perso il 2% rispetto al dollaro dopo che il governatore della BoJ Haruhiko Kuroda, non solo ha escluso una politica di inasprimento, ma addirittura ha affermato che la BOJ potrebbe anche allentare ulteriormente le condizioni di credito per cercare di evitare una recessione in Giappone, anche se questa mossa dovesse minacciare l’economia giapponese.
Il rialzo dei tassi di interesse statunitensi ha determinato in tutto il mondo un rialzo i tassi di interesse sulla parte lunga della curva dei rendimenti e i futures sui JGB a 10 anni sono crollati anch’essi ai livelli che non si vedevano dal 2014, perché la speculazione sta scommettendo che la BOJ sarà costretta a modificare la sua politica monetaria.
Per il momento invece la BOJ ha aumentato gli acquisti di obbligazioni per difendere il suo tetto dello 0,25%.
A supporto della decisione della BOJ c’è il fatto che l’inflazione in Giappone è molto più bassa rispetto ai Paesi occidentali e che l’economia è ancora fragile e ha bisogno di sostegno monetario.
Il Giappone dipende per larghissima parte dalle sue esportazioni e una parte sostanziale dei contratti di esportazione utilizza il dollaro USA come valuta di riferimento, per la precisione la quota del dollaro USA è al 49,5%, rispetto ad un del 37,3% dello Yen giapponese.
Nel breve periodo, l’impatto del deprezzamento dello yen andrà a beneficio degli esportatori giapponesi, non tanto con l’aumento dei volumi delle esportazioni, ma con l’aumento dei valori delle esportazioni dovuto all’aumento dei prezzi all’esportazione in termini di yen per volumi di esportazione stabili.
Finché l’inflazione importata non diventa un problema, la svalutazione dello Yen può dare un impulso agli utili delle grandi aziende e diventare un fattore positivo per il mercato azionario.
Può essere interessante in questo momento comprare un ETF sul Giappone?
Per un investitore denominato in euro, il forte ribasso dello Yen, combinato col ribasso del mercato azionario giapponese costituisce un ghiotta occasione di acquisto in un’ottica di medio termine.
In considerazione del livello minimo dello Yen di questi giorni, conviene acquistare un ETF direttamente in Yen come UBS MSCI Japan UCITS ETF (JPY) A-dis ISIN LU0136240974
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