Un ETF Bond sui Treasury 20+ è interessante dopo i livelli record dell’inflazione?

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Un ETF Bond in una fase di rialzo dei tassi della FED? Perché mai?

Negli ultimi giorni, dopo i dati sulla crescita record dell’inflazione negli U.S.A. a maggio, il mercato dei Bond ha cominciato a scontare che il livello raggiunto dal Consumer Price Index possa esser il livello di picco.

Alcuni economisti, tra cui Edward Yardeni hanno segnalato che negli ultimi giorni, il tasso di inflazione a 3 mesi annualizzato è sceso al di sotto del tasso a 12 mesi per diverse misure chiave dei prezzi al consumo e dei salari.

Fonte: US bureau of Labor Statistics
Fonte: US bureau of Labor Statistics

Attenzione a come valutare l’inflazione per puntare su un ETF Bond

I mercati obbligazionari tendono a non sovrappesare troppo il tasso di inflazione puntuale (8,5% negli ultimi 12 mesi), perché quello è un dato passato, mentre i mercati tendono a scontare i dati futuri, quindi normalmente scontano con 4-6 mesi di anticipo i movimenti del tasso di inflazione.

Inoltre, bisogna fare attenzione  al tasso di inflazione atteso a 5 anni, che è l’emivita di un’obbligazione/titolo di stato a 10 anni.

Venerdì 11/02 sono usciti i dati sull’inflazione prevista a 5 anni, calcolati dall’Università del Michigan, che stima al 3,1% l’inflazione attesa a 5 anni.

È un dato molto alto, apparentemente penalizzante per le obbligazioni/titoli di stato a lungo termine (20+ nell’accezione comune), ma in realtà molto più negativo per le obbligazioni/titoli di stato a 5 anni perché, di fatto, il mercato teme che da qui ai prossimi 5 anni non riescano minimamente a battere l’inflazione, che dal livello di 8,5% puntuale degli ultimi 12 mesi passerebbe al 3,1% alla fine del primo semestre  2027 (calcolata sui 12 mesi antecedenti).

Può essere interessante in questo momento comprare un ETF sui Bond 20+

I parametri con cui si possono valutare le obbligazioni/titoli di stato sono essenzialmente due: l’inflazione attesa e la crescita economica attesa.

Nel primo caso lo scenario per le obbligazioni/titoli di stato U.S.A. è neutro, perché il  loro rendimento ha raggiunto il 3%, cioè il livello di inflazione attesa a 5 anni (che ricordo è l’emivita delle obbligazioni a 10 anni che sono il benchmark di mercato).

Sul fronte della crescita economica attesa invece, se il mercato sta cominciando a scommettere che la sommatoria dei vari headwinds (inflazione, rialzo dei tassi e Quantitative Tightening della FED, e tensioni geopolitiche) possa aver avuto l’effetto di rallentare  l’economia U.S.A. a partire già dal secondo semestre 2022 e portarla in recessione tra fine 2002-inizio 2023.

Quindi “the name of the game” è proprio la recessione perché è il fattore che può riportare l’inflazione nei binari più consueti e creare uno scenario favorevole per le obbligazioni/titoli di stato a lunghissima scadenza.

Per questi motivi può essere interessante acquistare un’ETF sul comparto lunghissimo della curva dei rendimenti U.S.A. come l’IShares Treasury 20+ (ISIN IE00BSKRJZ44), che è il corrispondente Ucits dell’ETF TLT quotato al NYSE.

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Roberto Contini
Roberto Contini
Operante nel settore investimenti da più di 30 anni, socio fondatore della Società Italiana di Analisi Tecnica, affiliata all’IFTA dal 1988, ha ricoperto ruoli da analista tecnico e fondamentale in Italia e all’estero ed è stato per 15 anni Responsabile Investimenti prima e successivamente Responsabile Area Advisory in Banca Intermobiliare d’Investimenti e Gestioni (BIM). Skills : Asset allocation, analisi tecnica e fondamentale, Macro View, stock picking

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