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Prospettive Negative Per Il PIL Della Russia, Cosa Succederà?

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Sul piano mondiale, il FMI (Fondo Monetario Internazionale) ha previsto una crescita del PIL globale del 3,6%, percentuale molto inferiore a quella stimata a gennaio. Purtroppo gli strascichi del Covid, la guerra tra Russia e Ucraina ed i timori di un peggioramento della crisi energetica stanno spingendo l’inflazione in alto. Ma la peggio potrebbe averla Putin, con un PIL in Russia in contrazione massiccia. Questa spirale inflazionistica innescata dai prezzi di gas e petrolio sta riducendo le abitudini di consumo delle persone, più attente alle spese, rinviando le decisioni di effettuare un esborso importante di denaro.

Non Solo PIL Della Russia, Cos’altro C’è Da Sapere

Oltre all’odierno conflitto, i responsabili delle modifiche alle stime di crescita dei PIL nazionali sono il Covid che continua ad attanagliare l’economia e il rialzo dei tassi d’interesse delle banche centrali, nel tentativo di contrastare l’inflazione galoppante nell’economia. FMI ha rivisto al ribasso i tassi di crescita di tutti gli Stati, soprattutto Italia e Germania, maggiori protagoniste di queste riduzioni. Ritornando al PIL in Russia, le previsioni da parte del Ministero delle Finanze vedono una contrazione nel 2022 del 12%. Diversamente la Banca Centrale Russa che prevede una riduzione compresa tra l’8% ed il 10%.

Se le stime sul PIL in Russia dovessero avere effettivamente seguito, 10 anni di crescita andrebbero bruciati grazie a questa guerra e alle relative sanzioni, che a quanto pare sembra essere molto costosa per la Russia in termini di denaro e crescita futura. Oltre al PIL in Russia, le previsioni su quello ucraino sono molto peggiori. Il Fondo Monetario internazionale ha stimato un crollo del PIL ucraino del 35%. Una situazione molto grave, che ha bisogno di un’azione forte per cercare di limitare i danni, in quanto le conseguenze economiche e sociali si protrarranno per diversi anni.

Anche La Cina Aggiunge Benzina Sul Fuoco

Al PIL in Russia, previsioni di giganteschi cali e pressioni inflazionistiche, non poteva mancare la Cina con diversi focolai nelle zone di Shanghai e Pechino. Nella prima sono stati emanati nuove ordinanze restrittive per evitare nuovi contagi. A Pechino, precisamente nella zona di Shunyi, aumenta l’incertezza sulla situazione pandemica, limitando gli orari lavorativi delle attività produttive. Fitch nel 2022 prevede una crescita più bassa per la Cina, pari al 4,3% rispetto al 4,8% precedente. Meglio la situazione nel 2023 con una stima al rialzo al 5,2% rispetto al precedente 5,1% per via dell’eliminazione progressiva delle restrizioni.

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