Dall’inizio dell’anno c’è stato un crollo del prezzo del Btp future da 154 a 126, circa 30 punti di ribasso e il rendimento è tornato al 3%, livello che era stato toccato soltanto nell’autunno del 2018 e per un brevissimo lasso di tempo anche al momento del primo lockdown dovuto al Covid nel marzo 2020.
In entrambi i casi si era trattato di un crollo dovuto ad una sfiducia nell’economia italiana e nel 2018 con il governo Conte 1 c’era stato anche un forte allargamento dello spread dovuto alle tensioni tra il governo Conte e la Commissione Europea.
Come ha influito la BCE sul crollo del BTP?
Il recente rialzo dei tassi sui Btp a scadenza 10 anni, con conseguente crollo dei prezzi, è stato dovuto dal forte incremento dell’inflazione che ha determinato un cambio di rotta delle principali Banche Centrali a livello mondiale, anche se la BCE per ora è rimasta ferma e si è limitata a ridurre in modo significato il QE, decidendo di concludere a fine marzo la gli acquisti netti di titoli con il programma PEPP operativo dalla fase della pandemia, senza tuttavia toccare al rialzo i tassi ufficiali.
La pressione sui tassi deriva però anche dal fatto che oltre a concludere il piano PEPP BCE ha ridotto in modo significativo il piano di acquisti APP: gli acquisti netti al netto dei rinnovi di bond già detenuti scenderanno da 40 miliardi ad aprile, a 30 miliardi a maggio, 20 miliardi a giugno e andranno probabilmente a zero dal mese di luglio.
La pressione, perché la Bce aumenti i tassi di interesse in tempi più brevi del previsto, è diventata fortissima da parte delle istituzioni tedesche, tra cui anche IFO.
Può essere interessante comprare i BTP dopo il crollo dei prezzi?
Dopo il crollo dei prezzi del BTP degli ultimi 4 mesi siamo dunque al 3% di rendimento.
È un rendimento interessante per il BTP a 10 anni?
Il problema è lo spread, se Draghi rimarrà al governo anche dopo le prossime elezioni politiche, lo spread col Bund non si allargherà nuovamente e il 3% di rendimento diventerebbe interessante.
La figura di Draghi è legata a doppio filo al destino dei BTP e del loro spread sui Bund tedeschi.
Quanto conta la fiducia nelle istituzioni politiche nel giudizio degli investitori? Moltissimo!
L’Italia ha avuto un deficit dell’8,9% nel 2021 e un debito attorno al 154%, numeri che sono sostenibili solo con una guida politica che riscontri la fiducia degli investitori, che hanno il coltello dalla parte del manico.
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