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Aggiornamento mercati finanziari europei: cosa succederà con la fine del QE?

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La guerra in Ucraina ha avuto un impatto molto significativo sui mercati finanziari europei, per i forti intrecci tra l’economia UE e quella russa, non per le forniture di gas, ma anche che la presenza importante di grandi aziende Europee in Russia, basti citare Renault oppure tra le banche le nostre Intesa San Paolo e Unicredit.

Le speranze di una soluzione rapide hanno generato un forte rimbalzo dei mercati finanziari, che adesso si sono stabilizzati in attesa di capire i danni effettivamente prodotti nell’economia dal mix brutale di inflazione e rallentamento indotto da un calo della domanda.

Le dinamiche dei mercati finanziari europei saranno però determinate soprattutto dalle decisioni di politica monetaria della BCE.

Nell’ultima riunione la BCE non si è espressa su un possibile aumento dei tassi in tempi brevi, ma ha chiaramente confermato la decisione di concludere a fine marzo gli acquisti netti di titoli con il programma PEPP operativo dalla fase della pandemia.

Tuttavia, almeno fino a tutto il 2024, continueranno gli acquisti per rinnovare le scadenze sullo stock di titoli già accumulati (1.677 miliardi di euro), quindi il QE non si azzera completamente e soprattutto non inizia un “quantitative tightening” (come invece ha in programma la FED a partire probabilmente dal III trimestre 2022).

Aggiornamento mercati finanziari europei. La BCE è caduta nello stesso errore della FED?

Con un’altra importantissima decisione, la BCE ha modificato ridotto in modo significativo piano di acquisti App, che gli acquisti netti al netto dei rinnovi di bond già detenuti scenderanno da 40 miliardi ad aprile, a 30 miliardi a maggio, 20 miliardi a giugno.

Nel caso in cui l’inflazione dovesse mostrarsi di potersi mantenere stabilmente sopra il 2%, la BCE cesserà di fare acquisti netti nel terzo trimestre.

Fonte: Tradingeconomics/Eurostat
Fonte: Tradingeconomics/Eurostat

Dopo l’ultima riunione della BCE c’è stato però un balzo superiore alle attese a marzo dell’inflazione nell’Eurozona (7,5%, contro +5,9% di febbraio, sopra la stima del consenso a +6,9%).

La BCE si trova di fronte un tasso di inflazione che cresce ancora di più rispetto alle previsioni, con un effetto di trascinamento tale da rimanere elevata per tutto il 2022 ed è probabile che la BCE inizi ad aumentare i tassi di interesse in tempi più brevi del previsto, tanto che qualche economista si sbilancia per un possibile aumento dei tassi già nella riunione di aprile.

Un aumento dei tassi, unito alla riduzione del QE può creare problemi ai mercati finanziari e al tempo stesso indurre un notevole rallentamento dell’economia reale, ma a fronte di questi rischi c’è la necessità di cercare di frenare l’inflazione che sta riducendo considerevolmente il potere di acquisto dei consumatori e può far deragliare ancora di più l’economia dell’Eurozona.

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Roberto Contini
Roberto Contini
Operante nel settore investimenti da più di 30 anni, socio fondatore della Società Italiana di Analisi Tecnica, affiliata all’IFTA dal 1988, ha ricoperto ruoli da analista tecnico e fondamentale in Italia e all’estero ed è stato per 15 anni Responsabile Investimenti prima e successivamente Responsabile Area Advisory in Banca Intermobiliare d’Investimenti e Gestioni (BIM). Skills : Asset allocation, analisi tecnica e fondamentale, Macro View, stock picking

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