Con un comunicato apparso nella giornata di martedì sul suo sito ufficiale, Intel Corporation (NASDAQ:INT) annuncia un gigantesco piano di investimenti per l’Unione Europea che coprirà l’intera catena del valore dei semiconduttori.
Le indiscrezioni sugli investimenti Intel trovano conferma anche nella recente attività normativa dell’UE volta a favorire la costruzione di una leadership europea nel settore dei semiconduttori e nelle parole della Presidente von der Leyer.
L’Europa scommette sui semiconduttori e lavora per creare una catena del valore “più europea”
Lo shortage dei semiconduttori e la paralisi di tutti i settori connessi con l’uso di componenti elettroniche vanno ormai avanti da ben due anni. La pandemia ha dimostrato come l’Europa sia molto debole nell’approvvigionamento e nella produzione in quello che è un settore fondamentale per supportare i megatrends del futuro (guida autonoma per l’automotive, cloud computing, IoT, connettività, spazio, difesa e supercomputer).
Finora il mercato europeo si è affidato per la maggior parte del suo fabbisogno di semiconduttori a partner extracomunitari che si sono dimostrati inaffidabili e poco reattivi dopo eventi straordinari come la recente pandemia. Probabilmente nessuno sarebbe stato affidabile al 100%, ma la recente escalation militare tra Russia e Ucraina con il relativo problema dell’approvvigionamento energetico, hanno confermato come un’economia avanzata come quella europea non possa dipendere troppo da economie terze.
Questo contesto, quindi, sembra aver convinto gli organi rappresentativi dell’UE ad intraprendere un nuovo corso per il futuro dell’economia continentale. Tale cambio di passo ha l’obiettivo di rendere l’Europa più forte in termini di approvvigionamento di materie prime e produzione di prodotti e semilavorati in tutti i settori strategici e più resiliente di fronte a fatti ed eventi che, come stiamo ancora sperimentando, sfuggono al controllo della ragione e del buon senso.
Il grafico qui sotto parla chiaro: nella produzione di semiconduttori, secondo lo studio effettuato da Kearney per Intel Corp, l’Europa risulta fanalino di coda rispetto agli Stati Uniti e a tutto il comparto asiatico. Considerando poi che entro il 2030 la domanda di semiconduttori europea raddoppierà, è facile intuire il bisogno di un piano strategico.
Perché Intel ha deciso di investire proprio ora in Europa?
Con l’European Chips Act l’UE ha deciso di porre concretamente le basi per perseguire gli obiettivi sopra citati di leadership e resilienza, grazie anche ad un quadro normativo già predisposto e a un tesoretto di 43 miliardi di euro di fondi pubblici e privati che sembrano essere piaciuti molto al gigante americano.

La speranza per l’Europa, espresse in un video della stessa Intel, della Presidente della Commissione von der Leyen dalla è quella di raggiungere una quota di produzione del 20% del mercato globale dei semiconduttori già entro il 2030 e scongiurare ogni futura interruzione della catena del valore di questa industria strategica.

Grazie quindi ad un contesto favorevole alla realizzazione di nuovi impianti di produzione in Europa e di capitali già stanziati dall’European Chips Act, Intel non ha perso tempo per annunciare le sue prossime mosse, indiscrezioni solo qualche mese fa:
- costruzione dal 2023 di un impianto di produzione in Germania a Magdeburgo (consegna 2027) per 3000 posti di lavoro finanziato con 17 miliardi di capitale proprio;
- ampliamento dell’impianto in Irlanda con 12 miliardi di capitale proprio;
- costruzione di un centro di R&S e design in Francia (Plateau de Saclay) per 1000 posti di lavoro specializzato in calcolo ad alte prestazioni e intelligenza artificiale (operativo dal 2024);
- ampliamento dell’impianto in Polonia (Danzica) specializzato nello sviluppo di reti neurali, audio, grafica, data center e cloud computing (operativo dal 2023).
“I nostri investimenti pianificati sono un passo importante sia per Intel che per l’Europa. L’EU Chips Act consentirà alle aziende private e ai governi di collaborare per far avanzare drasticamente la posizione dell’Europa nel settore dei semiconduttori. Questa ampia iniziativa stimolerà l’innovazione di R&S in Europa e porterà la produzione all’avanguardia nella regione a vantaggio dei nostri clienti e partner in tutto il mondo. Ci impegniamo a svolgere un ruolo essenziale nel plasmare il futuro digitale dell’Europa per i decenni a venire” – Pat Gelsinger, CEO di Intel.
Intel aprirà stabilimenti anche in Italia?
Con un investimento potenziale di 4,5 miliardi di euro Intel sta pianificando la costruzione di un avanguardistico impianto di produzione back-end in Italia. Il sito arriverebbe a creare fino a 1.500 posti di lavoro e altri 3.500 posti di lavoro con l’indotto tra fornitori e partner.
Intel prevede di iniziare i lavori del nuovo stabilimento tra il 2025 e il 2027, mentre su un altro fronte prevede di acquisire presto Tower Semiconductor, società israeliana dell’industria dei semiconduttori che ha una partnership con STMicroelectronics, azienda italo francese con sedi e stabilimenti in tutta Italia.
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