Quali sono le previsioni del Platino, uno dei metalli più utilizzati in gioielleria ma anche nelle industrie di alta tecnologia?
Negli ultimi anni è aumentata la domanda di Platino da parte delle industrie a più alta densità tecnologica (industria elettronica, aeronautica e aerospaziale) e soprattutto come catalizzatore per la depurazione dei gas di scarico dalle autovetture e per il controllo delle alte temperature.
In Europa e in Cina, li piani strategici per il controllo delle emissioni inquinanti, hanno determinato un incremento nell’uso di platino sui veicoli diesel, mentre in Giappone il Platino è stato utilizzato anche al posto del Palladio sui modelli a benzina, a causa dei costi inferiori.
Recentemente il Platino è anche diventato fondamentale anche per l’elettrolisi dell’acqua che utilizza energia rinnovabile per produrre idrogeno “verde” e anche nel Recovery Plan ha assunto risalto la transizione all’idrogeno verde per portare avanti il processo di decarbonizzazione.
Se gli obiettivi di capacità di idrogeno verde recentemente programmati dalla UE e dalla Cina dovessero essere effettivamente realizzati, stimolerebbero un nuova domanda di oltre 1 milione di once di platino entro il 2030, circa il 18% dell’attuale produzione, che è concentrata per l’85% in Sudafrica (Anglo American il principale produttore) e in misura inferiore in Russia e Canada.

Nel settore dei gioielli si è recentemente assistito ad in incremento delle vendite di monili in Platino, soprattutto in Cina dove nel 2020 c’è stato un incremento del 13%.
Ci sono inoltre progetti per utilizzare il Platino al posto del Palladio nel coating dei gioielli per aumentare la resistenza alla corrosione.
È ancora interessante investire in Platino? Le previsioni di lungo termine
In un’ottica di lungo termine, la domanda di Platino per la produzione dell’idrogeno e la domanda nel settore di gioielli, dovrebbero determinare un aumento del prezzo del Platino, anche considerando quanto sia complessa e lunga in termini di tempi una nuova produzione mineraria.
Occorre anche considerare che il fatto che il Sudafrica produca l’85% della produzione mondiale, espone i prezzi del Platino al rischio della situazione politica in Sudafrica, dove in questi giorni ci sono parecchi disordini in seguito all’arresto dell’ex Presidente Zuma.
Nel mese di febbraio un lungo blackout nella produzione dell’energia elettrica aveva bloccato l’attività di estrazione e i prezzi erano schizzati velocemente del 15%, per poi scendere nuovamente nei mesi successivi, fino ai primi di luglio.
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