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Settimana altalenante per il dollaro americano

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A poco più di una giornata dalla chiusura dell’ultima settimana del mese di maggio, il Future sull’Indice del Dollaro americano sta facendo fatica a mantenersi al di sopra la zona di demand tra 89,70 e 88,90.

La fase di debolezza del green back iniziata dalla prima settimana del mese di aprile, è stata condizionata dall’ipotesi che sempre più investitori stanno valutando che la Federal Reserve possa iniziare ad abbandonare i programmi di “tapering” già a partire dal prossimo meeting che si terrà nel mese di giugno.

In particolare, nell’ultima settimana, il mercato è stato a sfavore del dollaro americano, soprattutto nei confronti dell’euro e dello yen, in quanto oltre alla graduale riduzione degli stimoli monetari, alcuni esponenti del comitato esecutivo della Fed hanno minimizzato una immediata risposta alle preoccupazioni sull’inflazione, provocando una improvvisa risposta dal mondo politico.

Tuttavia, la maggior parte degli analisti ritiene che la Fed sia ancora molto distante nel poter iniziare un serio programma di acquisti di asset, limitando qualsiasi rimbalzo del dollaro.

Dollaro americano: occhio ai dati fondamentali

Al momento l’attenzione degli investitori è rivolta verso i dati sull’inflazione in programma domani, valutando la possibilità che i prezzi core PCE (Personl Consumption Expenditures) possano subire un aumento del 2,9% nella rilevazione relativa al mese di aprile, rispetto al dato del mese precedente dell’1,8%.

Inoltre, secondo la maggior parte degli investitori un aumento dell’inflazione potrebbe rafforzare le aspettative da parte del mercato che forse la Fed è sulla buona strada per introdurre le misure di “tapering” entro la fine dell’anno.

L’ultima preoccupazione da parte degli investitori per l’inflazione è stata innescata quando i dati di metà maggio hanno mostrato che l’indice dei prezzi al consumo (IPC) degli Stati Uniti di aprile hanno registrato un calo annuale del 4,2%, alimentato dall’anno pandemico, ma ancora ben al di sopra delle previsioni del 3,6%.

Tale situazione ha conferito una pausa di riflessione agli orsi del green back, bloccando la tendenza al ribasso dell’indice del dollaro e condizionando la maggior parte delle majors in trading range, nel frattempo buona parte degli investitori attendono altri dati per sapere se questo rialzo che potrebbe iniziare dal test della zona di demand analizzata sopra sia o no un fuoco di paglia.

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