Le azioni Caltagirone Editore (BIT:CED) scambiano attualmente a € 0,86 con un ribasso del 3,15% nella giornata del CDA. Ricordo ai nostri lettori che la società è una holding che detiene partecipazioni in società che operano nel settore dell’editoria. costituita nel 1999, dall’imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone, nato a Roma nel 1943. Francesco Caltagirone nasce da una famiglia di costruttori. Negli anni in cui frequentava l’università, ritornò al mestiere del costruttore dopo la morte del padre, continuando l’attività di famiglia. La società riesce ad espandersi mediante operazioni di acquisizione affermandosi nel mondo editoriale italiano.
Fondamentali non convincenti per le azioni Caltagirone Editore.
Nello studio delle azioni Caltagirone Editore, si notano una grande salute finanziaria, ma multipli di mercato non molto esaltanti. Il rapporto tra il prezzo e l’utile per azione presenta un valore negativo (-1.9x) rispetto alla media settoriale pari a 35.2x. Spiragli di sottovalutazione vengono carpiti dal rapporto P/BV, pari a 0.3x rispetto all’industria editoriale pari a 1.1x. Il PEG non risulta misurabile in quanto non si riescono a reperire informazioni sulle prospettive di crescita della società.

Essendo una small cap, le azioni Caltagirone Editore non hanno una grande copertura da parte degli analisti finanziari. Gli stessi si limitano a indicare le prospettive di crescita dell’industria editoriale pari al 23,6%.
La situazione finanziaria della società risulta molto stabile. Infatti, il rapporto tra i debiti ed il capitale proprio risulta pari ad appena il 2%. Negli ultimi cinque anni lo stesso rapporto si è anche ridotto dal 5,6% registrato nel 2015.
Nell’ultimo trimestre ha fatto registrate un Interest Coverage ratio negativo e pari a -8.93x. A parte questo dato negativo, l’ammontare degli assets sia di breve che di lungo riescono ampiamente a coprire le relative passività.
Analisi grafica azioni Caltagirone Editore

Analizzando il grafico delle azioni Caltagirone Editore, il trend ribassista ne fa da padrone. Il crollo inizia a gennaio del 2018, con un massimo di € 1,49. Da lì a due anni nessuno poteva dire che la società potesse andare così in basso toccando un minimo a € 0,706.
Dopo questo minimo il prezzo si riprende dal baratro andando a toccare un massimo relativo pari a € 1,08 grazie ad un enorme gap-up. Questo salto del prezzo però è stato colmato perdendo dal massimo detto prima il 24%. La quotazione attuale è pari a € 0,87. Si sta mostrando come resistenza il livello € 0,908, massimo toccato dopo la colmatura del gap. La cosa più probabile è una ripresa del trend principale ribassista con obiettivo di prezzo nel breve a € 0,802.
Approfondimenti
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