Eni S.p.A. (BIT:ENI) è una società con sede in Italia impegnata nella produzione, promozione, commercializzazione ed esplorazione di idrocarburi e sviluppo energie rinnovabili. La società è quotata dal Novembre del 1995 sul segmento FTSE Mib Large Cap e NYSE.
I segmenti di operatività sono:
- Esplorazione e Produzione si occupa dell‘esplorazione di petrolio e gas naturale e della produzione e promozione di giacimenti, nonché della gestione di GNL in oltre 40 paesi, come l’Italia, Libia, Egitto, Norvegia, Regno Unito, Angola, Congo, Nigeria, Stati Uniti, Kazakhstan, Algeria, Australia, Venezuela, Iraq, Ghana e Mozambico.
- Il segmento Gas ed Energia della società si occupa della fornitura, negoziazione e commercializzazione di gas, impianti di GNL e elettricità, attività di trasporto internazionale del gas e di commodity trading e derivati.
Risultati 2019
Il CDA nella giornata del 27 febbraio ha approvato ed il 28 febbraio pubblicato i risultati del 2019. Il fatturato subisce una flessione del 7,66% con un valore 2019 pari a 71.041 milioni di euro.
Secondo l’AD Claudio Descalzi, questi sono risultati derivanti da uno scenario negativo, causato da eventi geopolitici e prezzi meno favorevoli rispetto al 2018. Di conseguenza tutti gli altri indicatori economici vengono trascinati a ruota. L’Ebitda della società si attesta su 15.302 milioni di euro (-8,33% rispetto al 2018).
L’Ebit Adjusted di Eni si contrae del 23,51% con 8.597 milioni di euro, causato dalla diminuzione dei ricavi dall’attività di E&P e R&M e Chimica.
L’Utile netto Adjusted si attesta su livelli inferiori del 37,25% rispetto al 2018 a 2.876 milioni di euro. La PFN si attesta su un valore pari a 17.125 milioni di euro con un rapporto PFN/EBITDA pari a 1,12.
Fondamentali ENI
Brevemente vi elenco i fondamentali della società, senza dilungarmi troppo.
- Negli ultimi 5 anni gli earnings della società impegnata nel settore energia sono cresciuti del 48,8% rispetto ad un andamento del settore pari a 21,7%;
- Nell’ultimo anno si è registrato un crollo degli earnings pari al 96,4% rispetto al -4,1% del settore;
- Si prevede una crescita annuale degli utili e dei ricavi, rispettivamente del 42,2% e 2,7% rispetto a 13,6% e 1,9% del settore;
- Secondo gli analisti il prezzo risulta sottovalutato secondo il metodo DCF del 55% circa con un fair value pari a 20,53;
- Il P/E ci abbate un po’ con un valore di 236,96 a fronte di una media di 5,9 del settore.
- Il P/BV si attesta su 0,7 (esprime una sottovalutazione), ma più alto del settore (0,5);
- La società presenta un Dividend Yield molto interessante (9,13%) rispetto alla media di settore (8,5%).
Analisi grafica andamento del prezzo
Questo titolo del settore energia, dal 24 febbraio fino alla fine della settimana del 9 marzo, perde circa il 45% del suo valore di mercato, prezzando 6,91 euro contro 11,37 euro. La caduta è causata dall’emergenza Corona virus che ha diminuito il consumo di carburante e quindi di petrolio.
Altra causa è da ricercarsi dal non raggiungimento dell’accordo tra Russia e Arabia Saudita sulla produzione di petrolio, facendo calare il suo prezzo. Dal 16 marzo ad oggi il prezzo ha ridotto la perdita facendo segnare un +38%.
È ancora presto per parlare di tendenza rialzista del prezzo. Il primo scoglio da superare è una chiusura al di sopra di 11,37 euro. Il secondo scoglio è la zona di prezzo tra 13,27 euro e 14,55. Solo al di sopra di 15,39 euro si potrebbe parlare di un’inversione di tendenza.
Articolo precedente
Titolo tecnologico con ottime prospettive di crescita
N.B.: I valori Adjusted sono ottenuti escludendo dall’utile operativo e dall’utile netto reported gli special item e l’utile/perdita di magazzino, nonché, nella determinazione dell’utile netto dei settori di attività, gli oneri/proventi finanziari correlati all’indebitamento finanziario netto.